Par.ii.Sez.il. Cap.ix.        281
    pace a dare impulso all'industria man ¡fattrice, e ne citano gli esempj. Io lo trovo atto solamente a scuotere l'inerzia dell'industria ma-n¡fattrice, ove questa vi sia , e che non basti il libero esercizio dalle proprie facoltà, 1* istruzione , e lo spaccio delle manifatture per animare tale industria ; del resto se non vi è spaccio a nulla giova la privativa. Io però bramerei che non si fosse molto liberale a concedere privative per picciolezze, che poco o veruna spesa e studio han costato all'inventore , o introduttore. Si dovrebbe poi essere accorto a non aggravare 1* immissione delle stesse manifatture estere, se si è concessa privativa per la loro fabbricazione nel Regno : in questo modo non vi è più emulazione cosi nel prezzo, che nella qualità tra ledette nostre nuove manifatture , e quelle estere. Sarei di parere in fine, che nel concedersi le privative di qualche macchina , o nuove manifatture sia determinata l'estensione per la quale valer debba , con l'obbligo all'imprenditore di provvedere tutf» i consumatori di tali macchine o nuove manifatture ; perchè se esso imprenditore non ha mezzi sufficienti a dare un tale comodo a tutte le popolazioni del Regno, è giusto che quelle, che ne sono prive , abbiano la facoltà di avvalersi della loro libertà di aprire tale fabbricazione , o di avvalersi delle dette nuove macchine.