74 ì>ell’ Origine, e Commercio
monete iìen valutate a meno di quel che corrono altrove * due irreparabili danni, penlo io, che verranno. Sara il primo l’allontanamento diede monete, niun uomo effendo nel mondo, che all’eroifmodi commerciare piuttofto in un Paefe, che in altro facrifìcar voglia il proprio intereffe. E il danno fecondo farà, che fe mai di cotefte sfortunate monete fe ne trovaife qualche porzione, fuggiranno effe, e faranno dagli Orefici, e da’Cambia-valute con qualche agio acquiate; e tanto più facilmente le fpe-zie dell’oro, e dell’argento nel Paefe fteffo fi perderanno. Dalla qual perdita de’metalli ne verrà l’ozio alla propria Zecca, quando però coteilo Paefe proprie e ricche miniere d’oro ed’ argento non poffedeffe; e queit’ozio di Zecca, in grazia di cui le proprie monete, eh’efcono fempre, non potranno aumen-tarfi , produrrà la perdita anche di quelle , e fi ridurrà allo ftato di Roma. In un Paefe privo di miniere, in cui tuttofi faccia per mezzo di moneta che v’entra, e ch’efce; perchè quella non fi perda, ma anzi lì aumenti a pubblico e privato vantaggio, grande induftria e nel commercio, e nelle monete fteffe adoprar conviene ; perchè ficcome tutti ne fentono il danno; cosi non a tutti è conceduto di prevederlo, e di darne riparo. Da moltiffimi anni afflitto il Regno d’Inghilterra lì ritrovava alla fine dei Secolo pattato per la moneta refa dal tempo, e dalla perfidia di gente malvagia fommamente fcarfa e mancante; ma quella provvida Repubblica nel maggior calore di atrociflìma e difpendiofa guerra, non per altra via alla Nazione provvidde , che col richiamare alla Regia Zecca le monete tutte, concambiandole con altrettante di giufto pefo-il che da quel Pubblico non potè efeguirfi, fenza una volontaria perdita di più millioni di Lire Sterline . Lo fteffo efempio diede a’Principi il Signor Duca di Modena prefentemente Regnante, il quale, come dicemmo, per riparare il difeapito de fuoì Popoli nelle monete di baffa lega dal Duca Rinaldo coniate, non poche migliaia d’ once d’ argento dal proprio fuo particolare teforo fe alla Ducale Zecca che il portaffe, e a pubblico vantaggio nella fabbrica di nuove buone monete s’impiegaffe. Anche in Venezia fteffa non s’ebbe ad invidiare gli efempj altrui. Nel principio di quefto Secolo innondato era lo Stato di Traevi Te-defehi; e per eftirparli non altro efpediente fu più efficace, che il chiamarli alla Zecca a numero, e non a pefo, onde nulla nella privazione di effi aveffe a perdere la Nazione; il Decreto
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