v 275 Sembrerebbe adunque , che almeno su quella parte già tanto maneggiata io poteflì eiTer breve , e rifparmiar il tedio ai miei lettori .• e veramente fé come nelle principali opinioni io non difeonvengo , così ne’ raziocinj, e nella via di dimofìrar la verità delle dottrine mi trovalli concorde con qué*, che mi han preceduto, e lo folli anche in quelle queilioni , che dalle prime fi diramano r non chè brevidìmo , ma piacercbbemi d’elTer muto affatto; niente parendomi più infipido , quanto il ragionare, allorché non debbafi dir cofa alcuna di nuovo. Ma dapoicchè in molti fentimenti io mi diftacco tanto da effi, che quafi a me medefimo ne vien rammarico, e forpre-fa, io non potrò eifer brevilìimo , anzi rimarrò col rancore, e col dubbio, che anche dopo averne di-flefamente parlato non giungerò ad indurre tutti i miei lettori a rivolgerli dal canto mio- Ma checché abbia ad edere del futuro evento di quefto libro, io non tradirò, nè mafehererò giammai la mia interna opinione. Dico adunque, che rifpetto ai commerci tra i neutrali, e i guerreggiami dopo un lungo, e caldo combattimento 1 han prevaluto nelle fcuole le feguenti dot- M m 2 tri- del Grozio , e nelle opere del Binkerfoek la paffione, e la politica della republica Olandefe , come nelle altre opere di molti giureconfulti Tedefchi quella delle città libere Antea-tiche. Mai non è riprendile 1’ aver infegnato dottrine vere: ma bello farebbe foftenerle perchè elle fon vere , non perchè concordano cogl1 intereifi del proprio Principe, o della patria. (*) Nella fopracitata diifertazion dell1 Einecio troverà chi ne fuffe curiofo una erudita efpofizione degli autori, e delle controverfie agitate fulla materia, di cui ragiono.