ftÌelon , che la diede fuori in Parigi nel 1734. in li. e fu ejfa così ben ricevuta dal Pubblico, che nel 173 6. l’Autore ne riflampò una feconda Edizione con varie Giunte ; e fono i Capi X. XI. XIX. XXI. XXII. XXIV. e XXV. Ma pochi mefi dopo terminò di vivere il degno Autoremeritamente compianto da tutti quei che conofcea-no i rari talenti ondi era fornito. In quefl’ Opera fi truovano molte ri-fleffioni affai giudiziofe , e alcune verità diffìcili, molto felicemente fpiegate. Ma in ejfa ! Autore avanzò alcuni paradoffì , che non furono approvati da molte perfine verfatiffìme nelle materie fpettanti all’ Erario . Tale è per ef empio la fua opinione /^//’alzamento delle Monete , eh’ egli reputa come vantaggiofo allo Stato . Per fofìenere il fuo fentimento, pofè in opera ! Autore raziocinj e fatti, che apertamente fon falfi ; e gli ha di piu ornati di tutte le grazie dello flile, Valevoli perciò a fedurre a mano fulva i Leggitori men cauti. Quefìo fifìema' erroneo e pericolofo induffe il Signor Du Tot a farne vedere le péTniziofe confeguenze colle fue RIFLESSIONI POLITICHE SO P RA L’ERARIO E IL COMMERZIO, pubblicate all’ Aia nel 173$* in 2. volumi in 12. Se lo flile di que-fio Autore non è così luminofa , come lo è quello del fuo Avverfario ; 10 lo truovo però più forte , più mafehile, e nel tempo fleffo più chiaro. L’ oggetto principale del Signor Du Tot , fi è di combattere 11 fentimento del Signor Melon , relativamente alla variazione delle Monete . Ma I Autore non fi reflrigne a quefla fola materia. Indotto , e come fpinto dal fuo Argomento , egli tratta diflint amente di altri punti importanti , che rifguardano l’ Erario , il Commerzio e la Navigazione . Quivi troverà il Leggitore alcune Offervazioni fopra il vecchio Erario della Franzia, fopra il famofo Siflema del Signor Lavv , fopra i reali vantaggi che fecondo lui avrebbe' potuto procacciare il detto Siflema, qualor foffe flato efattamente feguito, e fopra il male che ha effo prodotto per difetto della Nazione ; male per altro che avrebbe potuto effer fanato per via di fempiici mezzi e ficu-ri. Tutto quello però che l’Autore di quefle RIFLESSIONI ha detto con liberta, vien condito col fale della prudenza'»- Due cofe per avventura incontreranno alcuni dilicati Leggitori in quefl’ Opera. La prima, fi è il gran numero di computi eh’ ejfa comprende. Ma, fen-za far molta grazia all' Autore , ognuno può fupporne la fedeltà e la efittezza : nel qual cafo bafìerà , che il Leggitore fi fermi alle confeguenze , le quali fono adattate alla capacità? di ciafeuno . L'altra co-fu che può riufeir difguflofa, fi è il veder prodotte in mezzo più volte le fleffe muffirne: ma in Opere di tal fatta non è quefìo un difetto;; poiché a firn ili ripetizioni fu indotto il Signor Du Tot dalla ret- * 4 ta.