CAPITOLO V 105 fio aumentata da se stessa i Agricoltura, migliorate le arti, venduto florido il commercio , ed il Regio Erario proporzionatamente arricchito , sen* %a che la nazione senta il peso . Noi diss’ io, che l’Autore è convinto, e ne dice più di quello, ne ha detto il Saggio Pratico, che pure dice di aver intrapreso a confutare, cioè’ (1): Per piena libertà intendo la libera circolaz'totìc delle derrate, il poterne far uso a proprio talento ed il rimuovere gli ostacoli che si oppongono alla speditezza del commercio , con prescrivere gli opportuni mezzi per la semplicità deli esazione e per l1 u-n ità del pagamento ( a). Dunque sarà espediente abolire tutte le attuali gabelle su i commestibili, ed adottare il dazio sulla pigione delie case ? No , ripiglia qui i’ Auto- O re (1) Dette pag. 83. v. 15. _ (a) Sì vuole dare ad intendere , che tutti li sconcerti, che si soffrono dalla Popolazione nelle attuali gabelle su i commestibili, provengono unicamente dalla moltiplicità dei dazj sulla stessa derrata : e pure questo è il minimo de’ mali, perchè difatti oggi anche in un tal pagamento si esigono tutte le cinque imposizioni sul vino, le altre cinque sul sale , il grano e mezzo grano a rotolo . La sola diversità consiste su quelli generi soggetti ai Censali , e Piazza Maggiore . Dunque gli sconcerti provengono dalle altre cagioni di sopra espressale .