86 pure a tatti coloro , che fi mantengono co* prodotti de* pubblici banchi, de* cenfi , e di altri capitali pofti ad interefle Abbiam* oflervato nel Capo VII., come nella giuda diminuzione della lira fatta in un fiorino d*oro , allorché fe ne accrefce il numerario col portarlo dalie lire nove alle lire dieci, fe ne foffre la perdita di due decimi, cioè di un quinto dell* intero fiorino . Ma fe poi per abufo maggiore il numerario nel fiorino folle portato alle lire dodici ; quanto più grande farebbe la perdita . Quello valore di abufo calante nuoce eilremamente al commercio interno , poiché ve-donfi diminuire le rendite pubbliche , e particolari , e le fpecie tutte proporzionatamente levarli ad alto prezzo : pregiudica egli pure al commercio eilernq , tanto nelle compre , quanto nelle vendite : nelle-» compre , perchè i foreftieri aumentano il valore numerario delle loro merci a fronte delle nollre lire più piccole : nelle vendite , perchè quella merce , che li dà fra noi in ragione, per elempio, di venti lire per cia-fcheduna mifura , non farà mai da’ foraftieri mercatanti valutata a lire venti delle loro proprie lire più grolle : e perchè il ragguaglio retta in arbitrio de* contraenti , il cambio farà fempre a carico di quella nazione , le di cui lire fono minori (i). Il benemerito Autore delle Monete , ed inflituzione delle Zecche £ Italia ce ne fomminiftra un opportuno efempio. Nel Dicembre dell* anno 1715. il cambio fra Parigi, ed Olanda t •____________fu (l) Dette Mon, ed infì. delle Zecche d'Italia Tom. i. §. iS. pag. 45*