CONTRATTI. 117 modo, e ’1 piacere, che ci recano, e quanto più iingolare , altrettanto fieno elleno più {limabili, e prezzabili. E nondimeno quello prezzo è da valutarli a proporzione del vero comodo e piacere , non già del capriccio . E’ la natura, che fiiì'a i prezzi, non i farnetici . I pazzi fon fuori dell’ ordine morale . §. XXVI. Ma ecco una delicata que-ftione. E’ egli lecito per la naturai giu-flizia feguire nelle permute , ed in tutti i contratti permutatorii il prezzo nella ragion che è detto, e con la regola di fopra dimollrata ? Per cagion di efem-pio, fe quella ragion comporta, e quella voce pubblica diano al grano il prezzo di fei feudi* il tomolo } è egli lecito a chi n’ ha del foverchio, venderlo ad un tal prezzo ? e fe la copia ne riduca il valore a due carlini a tomolo, farà giuftizia comprarlo ad una tal mifura ? Rilpondo primamente , che nell’ uno , e nell’ altro cafo è utile al pubblico , che fi faccia « Perchè nell’alto prezzo, confumandoii meno, fi viene a vivere da tutti : e nel baffo, fcarican-dofi i poffeffori del foverchio, fi mettono in grado di penfare pel futuro .