4K XI H* destinata, ardiva toccar coi pacifici ferri il suolo sacro alle belve, quasi reo di lesa umanità , e quasi avesse seminato piante velenose; era minacciato di pena, ed i frutti de’suoi sudori consegnati al fuoco od al ferro devastatore. Si crederà che io parli di tempi barbari o favolosi ; e pur parlo di quello che attualmente pur si vuol chiamar dritto, o legge , e sostenerlo con straordinario vigore . Pure i poveri proprietarj fra i quali vi a un numero di poveri veramente soffrivano nel silenzio del dolore queste manifestazioni dell’autorità fiscale ; ed in pace procuravano di supplire in altro modo a quei frutti delle loro fatighe, che gli erano cosi stranamente impediti. Il bisogno di accrescere i mezzi di sussistenza , di avere la materia da fuoco, e qualche altro prodotto sussidiario della vita sollecitò l’ingegno umano a non contentarsi dei soli alberi prodotti dall’ agreste natura, ma a migliorarli, a trasformarli agli usi umani , a supplirli dove la natura li aveva negati, o il tempo li aveva distrutti. Fu cosi gik che l’Agricoltura cominciò a divenir stabile , eorese stabili ed immutabili le proprietà, stabili e permanenti la società medesima. Questa vera beneficenza , questa estenzione dell’ umana industria diventò nei tempi d’ ignoranza un delitto innanzi allo spirito Fiscale. S’incominciò ad inquirere contro chi avesse piantate viti ed olivi, come chi mettesse i suoi campi ad Aconito e Napello o ad altre tali piante velenose. Quale strana inversione d’idee il trasformar in delitto la beneficenza ! Iti seguela dunque delle accuse o denuncie fiscali, chi non ebbe il cuore di veder desolati i suoi campi , bisognò che ai barbarici insulti riparasse con i metodi borsali . Commosso dalla piu vera compassione nello spettacolo frequente di simile avventure, mi assicurai ad esporle al Vostro Reai soglio , certo che le idee di Giustizia , e la causa della ragione e del-1*umanità, non potevano esser rigettate : e senza mettere in controversia sin da principio i vantati dritti Fiscali , domandai per grazia a V* M.; che i vostri fedeli sudditi potessero almeno liberamente piantar sul loro suolo 1’ ulivo , 1’ albero della pace , e fosse cosi pace perpetua con i satelliti fiscali. Si degnò la M. V* far passare la mia rappresentanza al Supremo Consiglio delle Finanze, il quale col solito zelo per i Reali interessi e pel bene Á 6 della