IV àia loro tutto il rifallo, e le metta in «ifl* è neceffario , che io k ifirhi n r - Ir comPItamente. Ma =vi¿ tet " ÍS vasi5 r. Wftó «Mi tiffime operazioni nei Terreni e nell^AcÌ* nCi d'f'Sere importan-m gran parre Ja falure pubblica degli Stf?' Vil^6 dll’ende re firn a infinità di perfone privar? • VirunC, ?°d° reticolala fcorta delle dottrine tìfiche e ' „ Per^e Procede col- mava dalle proprie fatiche ' dipendi nnHVtr^ fl,mata ’ Perchè Ma ficcome tutte' le Arti • 11 , che lanno competentemente i principi teorici eV f°n? qU£ " tiche di applicarli • e no , f,inciPi. teorici , e le regole pra- ianno competentemente nè l’uno nT? altro6 f™° ?UClr .C,he non ancor quefta foggiacela allo ileiTo’delfino perenno!? f V * me polla in quella parte diere di rr^Ai ■ 5 cherno,n vede co-ne dell’altre. ere di condizione diverfa dalla condizio- defim^ihí v?lfienó díprofelL^ n di quelli ultimi“ foli; per ai,rn \^n 6 numen In vece di fervirli » quali fi fonda tutta q'uant’ ? I opera,zlonni » foPra d» & » quel buon Chiare' 'ddl.* V*'d“™le . e 35 fimo Dialogo ; ed allora non * ’ tCjZO ",KrlüCUtore del mede- „ dere o quello , o Tr”«..lT 'Ì,CÌIe riufcirebbe *’ ¡«en. „ ed il pubblico-, ed il privato farebbero d°ttr£a .del1’ acque , » non fi commetterebbero di quegli error? “1* '° ferVUl * craÌ-Jora q icbu et ron , che pur troppo fi feor- „ gono