O Mitemente tendono o al Nord, o al Sud. Vedi Heteroscii. Gii ultimi fono quelli, le ombre de’quali, in un ifleifo giorno , fuccef-iìvamente fi volgono verfo tutti i punti. Vedi Periscii.
   Ombra, nella pittura, dinota un’imitazione di un’ombra reale, che fallì con avvivare , ed ofcurare gradatamente i colori di quelle figure, che per la loro difpofizìone non poffono ricevere raggi diretti dal luminare , il qual fi fuppone che illumini il quadro. Il maneggio del ¡’ombre, ede’lumi, fa quello che i pittori chiamano chiaro-fcuro : le di cui leggi, vedi fiottoTArticoloCHiARO-scuRO.
   Ombra, nella Profpettiva . L’apparenza di un corpo opaco, e di un luminofo, i coi raggi divergono {e.gr. d’una candela, d’una fiaccola, &c. ) effendo data; trovare la giu-fìa apparenza dell’ombra fecondo le leggi della Profpettiva. •— Il metodo è quello : Dal corpo luminofo , che qui fi confiderà come un punto , lafciate cadere una perpendicolare al piano od alla tavola profpettiva; cioè, trovate l’appatenze di un punto fopra cui una perpendicolare tirata dal mezzo del luminare, cade fui piano profpettivo , edaidiverfi angoli, o punti rilevati del corpo lafciate cadere delle perpendicolari al piano . Quelli punti fopra de’quali cafcano le perpendicolari , connetteteli,per via di linee rette , col punto su cui cade la perpendicolare la-fciata venir giù dal luminare : e continuate le linee alla parte oppoila al luminare . Finalmente , per li punti rilevati tirate delle linee per il centro del luminare, interfecan-ti le prime; i pumi d’interfecazione fono i termini o confini dell’ ombra.
   E.gr. Supponete che fi cerchi di difegnàré l’apparenza dell ’ombra d’un prifma , ABCFED (Tav.Profpettiva,fig.8.n.2.) fcenograficamente delineato: poiché AD, BE, e CF, fono perpendicolari al piano, ed L M è parimenti perpendicolare allo fteifo ;•( imperocché il luminare è dato, fe è data la fua altitudine L M ) tirate le linee rette G M ed H M , per li punti D & E . Per li punti rilevati A e B , tirate le linee rette GL ed H L , interfecanti le prime in G , ed FI . Poiché 1’ ombra della linea retta A D termina in G ; e 1’ ombra della linea retta BE in FI ; e le ombre di tutte le altre linee rette concepite nel dato prifma fono com-prefe dentro quefii termini ; GDEH Tom, VI.
                  OMB               4I
far'a 1’ apparenza dell’ ombra gittata dal prifma.
   Geneft di curve per mezzo d' Ombre Vedi 1’Articolo Curva .
   OMBRE , un celebre e nobil giuoco di carte, che fi gioca a due, a tre, o a cinque perfone ; ma ordinariamente a tre. Vedi Carte, e Giuoco.
   Il giuoco dell’ ombre è prefo dagli Spagnuo-li ; e richiede tutta la flemma e la gravità di quella Nazione nel giocare . Il nome lignifica l’ifleifo, che giuoco dell’uomo ; ombre, od hombre, nella lingua Spagnuola, volendo dir uomo ; per allufione forfè al pen-fiere ed all’ attenzione che in quello gioca fon neceflarj.
   Nell’ ombre a tre , fi dan nove carte a ciafcuno; il mazzo intero del gioco elfendo folo 40 carte; a cagione degli otto, dei nove , e dei dieci che fe ne cavan fuori ; colui che vince, ha da prender o far fue cinque bazze , o mani di carte , ovver quattro , quando le altre cinque fono cosìdivife, che un giocatore n’ha due, e l’altro tre .
   Dopo che le carte fi fon date , fe ni uno de’giocatori crede d’aver mano o gioco forte abbailanza per tentare di vincere la polla, tutti paffa no , e dopo d’aver meifo qualche cofa in aggiunta alla prima polla , fidati le carte di nuovo . Se qualcuno intraprende di guadagnar la polla, egli da 11 in appref-fio è chiamatoT ombre ; e gli altri due diventano collegati affieme, come i due compagni del giuoco Inglefe, detto whijì, per di-fenderfi contro di lui. •—• Nota, che ognuno ha la ricufa di elfer ombre , fecondo il fuo ordine di anzianità . Vi fono due maniere d’intraprendere di guadagnare : Nella prima, che è la più comune, dopo d’aver fcelto que’trionfi che un vuole, /carta, o rigetta quel numero che gli piace delle fue carte , ed in luogo di quelle ne prende un egual numero dal reflo del mazzo ; il fimile fanno gli altri due. — L’altra maniera è, quando egli tenta e fi fida della fua mano o delle carte che ha , e però lafcia di fcar-tare , o fia di cambiar carte , ma permette che ’1 facciano gli altri due ; il che fi chiama giocare fam prendre , fenza prendere : S’ei guadagna il punto in quell’ ultimo cafo, raccoglie qualche cofa di più, che nel primo.
   Se egli manca o falla nell’uno e nell’altro F                                   ca-