ODO
ra e la difpofizione degli effluvj odoroiì, che attaccandofi all’organo, eccitano il fenfo dell sdorato. Vedi Odorato.
   Odore, in riguardo all’anima , è ^percezione dell’impreflìon dell’oggetto full’organo ; 6 l’affezione nell’anima, che ne rifulta. Vedi Senso.
   I Chimici infognano , che il zolfo è il principio di tutti gli odori, e che quelli fono piu o meno forti, fecondo che il zolfo nel corpo ©dorofo è più o meno feccato ed efaltato . Il zolfo , dicono , è il fondamento degli sdori , ficcome il fale è quello de fapori , ed il mercurio de’ colori . Vedi Odorare.
   V odore , come il ^ulìo , confile onninamente nella difpofizione , giacitura , compo-fìzione , e figura delle parti ; ficcome appar dalle feguemi efperienze del Sig. Boyle.
   i°. Dalla mefcolanza di due corpi , cia-fcuno de’quali, di per sè , è fenza odore affatto, fi puh cifrarne un odore molto mi no-fio : v.g. col macinare la calcina viva infiem col fale ammoniaco.
   2°. Mefchiandovi dell’acqua comune, che di per fe non ha alcun odore, fi può fare che un altro corpo non odorofo mandi un odore forte e rancido. — Così la Canfora difciolta nell’olio di vitriolo, è fenza odore; ma mefco-lata con acqua, immediate efala un fortilfi-mo odore .                            '
   3°. Corpi compofii mandan fuori odori , che non fomigliano punto agli odori de corpi femplici de’quai confìano. ■— Cosi 1 olio di trementina , mifio con una doppia quantità d’olio di vitriolo, e dilìillato; dopo la diftillazione , non ha odore che di zolfo ; e fe quel che relìa indietro nella retorta , fi attacchi e iìuzzichi con un fuoco più gagliardo, da un odore fimile all’olio di cera .
   4°. Diverfi odori s’-elìraggono folo co! moto, e coll’agitazione. Così il vetro , le pietre , &c. che anche quando fono fcaldati , non danno odore, nulladimeno fregandoli ed agitandoli in particolar maniera , mandano un odor forte; e il legno di faggio, nel tornirlo, rende quafi un odor di rofa.
   5°. Un corpo che ha un odor forte , me-fchiandofi con uno che non ha odore, celierà per avventura di avere odore alcuno. — Così fe l’aquafbrtis, non ben deflemmata, fi ver-ferà fopra il fale di tartaro , finché ceffi di fermentare, il liquore, quand’è fvaporato ,
                                                             OEN
dar'a de’ crifìalli privi d'odore , molto fomi-glianti al fale di nitro: pur bruciati, daranno un odore peflifero.        _
   6°. Dalla miftura di due corp^i , uno de quali ha cattiviffimo odore , e 1 altro non buono i fi può procacciare un odore piacevole aromatico ; come, dalla miftura dell acqua forte, o dello fpirito di nitro, con uno fpinto infiammabile di vino.
   7°. Gli fpiriti di vino , col mefchiarli ad un corpo quafi del tutto fenza odore, neaqufo flano un foave, aromatico. Cosi gli fpiriti di vino infiammabili, e l’olio di vitriolo di Danzica , mefcolati in eguali porzioni , poi digeriti, ed alla fine diftiliati, danno uno ipi-rito d’un odor molto fragrante.
   8°. Un corpo fragrantiffimo può degenerare in un fetido , lenza la framifchianza d altro corpo. —Così, fe lo fpirito mentovato nel precedente efpevimento, fi tenga in un recipiente ben cbiufo, prefto fi volteia neli*
rancidezza dell’aglio. '
   9°, Da due corpi, uno de quali è lenza odore, e l’altro è fetido, fi può far nafeere un odore affai grato, che ni-olto fotmghal mulchio; e ciò, a cagion d’elempio, con gittaredelle perle nello fpirito di vitriolo: imperocché quando fonodifciolte, danno un gratil-fimo odore.
   ODORIFERE Glandule . Vedi G L a N-
du ta.                                .
   ODOROSE, od odorifere cofe, fono quelle ch’efalano un vivo e foave odore, il quale fi fente in dilìanza. Vgdi Odore.
   Tali fono il gelfomino, la rofa, la tuberofa, &c. Vedi Profumo .
   OEDEMA , tumore , &c. Vedi E de-m a , &c.
   OENELiEUM * , nella Farmacia , una miftura di vino e d’olio; per lo piu vino, nero , denfo , ed olio di rofe . Vedi V i-N O , &C.
    * La parola e Greca, oiviKiuov , da oivos vino, ed i\cuov, oglio .
   Nelle fratture con ferite, o piaghe, dove l’oifo non è dinudato, ordina Sculteto, che le comprelfe, od i cofanetti, acciocché s attacchino, fienlammollate nell'oenelaum, pef alleviare il dolore, ed ovviare-all’ infiammazione ; e che le fafeette ogni giorno fi col medefimo, finché fiefi paffato il rifchio dell
infiammazione.              . .
   OENISTERIA* , nell’antichità, erano