éo RAD gio, donde !e altre fono compone, o derivano. Vedi Primitivo, Composto, Derivativo, e Radicale. Così il Latino fluo è ¡a radice di fluBus, filuxio, flumen , fluvialit, influxu.S y. reflue»!, fruBifer, fruBifònus, fruBivagtti , &c. Così anche il Greco, ¿sòr, è la radice di ùàtas, , ¡rSnouetx[/,ò{, &C. E così ancora , benché in un men propio fenfo , il Danefe rood è la radice della parola Jnglefe root, radice; il Latino radiala radice nel Francefe racine , come rado è la radice di radia-; e per avventura /««hoc la radice di rado. Le lingue Greca „ ed Ebrea s’imparano col mezzo di ràdici. — De’ Dizionari, alcuni fono in ordine d’alfabeto , altri fono difpolh per radici, come Scapala, il Tbe-faurus di F'aber, eia prima edizione del Dizionario dell’Accademia Francefe: nell’edizione del 1718, quell’ ultimo è polio nell’ ufual ordine d’alfabeto. Vedi Dizionario . RADICETTA, radicala, piccola radice ; nella Botanica , è un piccio! punto fcoperto col micrefcopio in tutt’i femi, il quale nel crefcere della pianta ne divien la radice. Vedi R.adice. Vedi anche Seme. Quando, nel feminare, la radicetta s’incontra ad effere alla parte più balia , non è maraviglia, fe la radice fi {fende fotter-ra, e fe il tronco della pianta s’alza perpendicolarmente: ma quando Ja radicetta cade a relfare alla più alta, come mai ella cambi la fua pofizione per favorire l’afcendi-mento del tronco , è una delle maraviglie della vegetazione. Vedine una contezza più particolare fotto l’Articolo Perpendicolarità'. RADICI del tronco, d’una pianta, fono piccole radici, che crefcono fuori dai tronfi/ delle piante. Vedi Radice. Quelle fono di due fortes 1. quelle che vegetano per una difcefa diretta, effendo li luogo del lor germinare' alle volte tutta la lunghezza del tronco, come in mente, &c. e alle volte fidamente il punto più alto, come in rovi, &c. 2. Quelle, che non afcendono, nè di-fcendono, ma gettano a rettangoli al tronco; le quali perciò, comechè in quanto al lor ufi zio elle fieno vere radici, nulladime-no, quanto alla lor natura, fono un mezzo tra un tronco e una radice, - RAF RADII Brevn. Vedi l’Articolo Brevis , RADIOMETRO , un nome che alcuni Scrittori danno al radio afìronomico , chiamato dagli Inglefi Jacob's Staff , Baftone di Giacobbe. Vedi Balestrina. RADIUS. Vedi Raggio. RAFFINARE, l’arte o atto di purificare unacofa; o di renderla più bella, più netta, e più pura. Vedi Purificazione, e Chiarificazione. Raffinare! è principalmente ufato parlando di metalli, zucchero, e fale. Vedi Metallo, &e. Il raffinamento deli’ oro fi fa in tre maniere : con antimonio, con foiimato, ocott acqua forte; il qual’ ultimo metodo, eh’è di gran lunga il più ufuale, e’1 men peri-colofo dei tre, fi chiama partire; eomince-remo da quello . Vedi l’Articolo Oro. Raffinare , o propriamente partire , V Oro con acqua forte. Per l’operazione del partire, o di fepara-re l’oro dall’ argento con l’acqua forte, fi prende a ragione d’una libbra d’oro impuro, e di due o tre d’argento; quelli fi fondono inficine in un crogiuolo , e- quando fon fonduti , fi gittano nell’ acqua fredda, ove elfi diventano divifi in grani della grof-fezza di pifelli. Quelli grani tolti fuora , e feccati al fuoco, fono meifi in un vaio da partire, che è un matraccio di pietra, e al metallo fi aggiungono quattro libbre d’ acqua forte. Pofcia prendendo il vaio , fi mette sui carboni, e nello fpazio di circa un’ ora, il raffinamento è fatto . Perchè all’aprire il vafo, non vi fi trova altro che acqua Torte, e l’oro ridotto in calce, o rena ; renando l’argento tutto dillo lutò, ed imbevuto dall’acqua. Per alzar l’oro alla fua dovuta finezza, ordinariamente gli danno, e ridanno l’acqua forte ; adoprando-pella prima volta mezza libbra; e pelja feconda un quarto di libbra-d’acqua, a ott’onciedi metallo. Se la terz’ acqua fi trova buona e chiara, l’operazione è finita : e lavatafi la calce dell’ oro in acqua replicata, fi liquefa di nuovo in un crogiuolo, prima con fuoco ben leggiere, e pofcia con veemente, per gufarla in verghe . Si dee aggiugnere, che l’argento infieme colle impurità dell’ oro, fi trova così perfettamente incorporato coll’acqua, che all’ occhio nuli altro v’appare che il puro li-