mutare lo feompartimento interno de'noftri tempi. Che diremo dell'Architettura aigjor-ni noftri? Converrà confefTare , che toma nella decadenza , degenerando in una maniera tutta fantafìica, che difforma Ja ftruttu-ra col moltiplicare in parte gli Ornati, coll’ ornine c ter li per 1 altra ove lono neceflfarj.* c generalmente poi mancando di combinazio-?e.’ e proporzione, per cui fi perdono negli Edihcj la femplicita, la bellezza, il decoro, c quello che più preme la folidità ilelTa. Li migliori Scrittorid* Architettura non accordano, che gli ordini fiano cinque, nc lamio comprendere il modo di dimoftrarne la vera caratteriftica, e il giufto criterio per diltmguerli veramente l’uno dall'altro. Dice il Conte Ricati in una Tua difertazione in queito propofiro =3 Che gli ornamenti da fe ” Ioli non formano l’ordine j anzi elfi, oro-3, butti, o gracili fi addavano all’ordine già 99 iormatOj ne il diafadorno li fa mutar nà-35 tura purché tenganfi ferme le fue propor-3, 210111 • Non fi difcernono gb ordini nemesi no dalla varia fimetria degli Archi, e de-33 gl Intercolonni, perché sì gli uni, che ss gu altri dall ordme medefimo dipendono, 53 e ricevono le regole =s . La proporzione dunque della grettezza, e unghezza dellaColonna è quella, che diftin-gue gli ordini Architettonici. Da quelle c molte altre rittdfioni vengono ftabiliti tre generi