5	LA STAMPA SPORTIVA

Alla finale, sempre su 100 km., non partecipa-
vano che i primi due arrivati in ogni serie, e
cioè: 2 Peugeot, 5 Griffon, 1 Werner, 1 Knap,
1 Antoine, 1 Lurquin, 1 Oarreaw.
La corsa accidentata, come tutte queste gare
disputate in pista nelle quali la sorte entra come
principale coefficiente di vittoria, ebbe questo
risultato :
1. Mignard, su motocicletta Knap, in 1 31' 21" ;
2. Champoiseau (Griffon), in 1 34' 15"; 3. Jacquelin
su Griffon, in 1 34" 31" ; 4. Louwet (Griffon), in
1 41'40"; 5. Demester su Griffon, in 1 54'52";
6. Bucquet ( Werner) ; 7. Mathieu (Lurquin) ; 8.
Bonnevie (Griffon).
La motocicletta Knap, riuscita vincitrice del
Criterium, è una marca poco conosciuta, dovuta
alle officine Knap di Troyes, il cui direttore è un
eminente scrittore di cose meccaniche e autore
d'un prezioso libro di elettricità.
Il motore è situato a destra dell'asse della
ruota posteriore, che ingrana direttamente con
pignoni. 11 motore è verticale ad alette a valvole
sovrapposte, scappamento in basso e aspirazione
in alto.
£ La coppa di regolarità dell'Auto, destinata alla
marca che aveva ottenuto il miglior risultato nel
complesso dei suoi concorrenti, rinveniva alla
Griffon, mentre la Peugeot, colla vittoria di Lan-
franchi nella 6 serie, si aggiudicava il record
della riunione, avendo coperto i 100 km. in
1 23' 9", e stabiliva a suo favore il record del
mondo per motocicletta su questa distanza. Alla
grande marca Peugeot veniva aggiudicata la coppa
Challenge Eydra, che dà diritto al suo detentore
Lanfranchi a una rendita giornaliera di franchi 5.
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ENRICO
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Mignard, vincitore del Criterium del quarto di litro, con motocicletta Knap.
noto maestro Pini e con lui stette qualche tempo
in allenamento misurandosi in numerose acca-
demie tenute in Francia e in Spagna.
E solo quindi dopo una più intima conoscenza
colla scuola italiana e dopo essersi replicatamene
misurato con alcuni dei suoi migliori campioni,
Lucien Mérignac sciolse le vele pel lido ameri-
cano e sbarcò qui a Buenos Ayres, preceduto da
una grande réclame e forse portando in cuor suo
la speranza di poter qui affermare colla sua la
supremazia della sua scuola.
Occorre appena ricordare che in America, e spe-
cialmente a Buenos Ayres, la scherma italiana lui
il posto d'onore nelle preferenze del pubblico e
nell'insegnamento governativo, e che essa ha qui
oltre il Pini dei campioni di fama affermata che
rispondono ai nomi di Agesilao Greco, Vittorio Sar-
tori, ai quali fa corona una schiera di valorosi col-
leghi come Lancia di Brolo, De Marinis, Moretti,
Bay, ecc.
Orbene, fu appunto con Agesilao Greco, il Col-
lini della scherma italiana, che Lucien Mérignac
volle misurarsi, contando non a torto che riu-
scendo vincitore di lui poteva vantare un pri-
mato indiscutibile.
Volontieri si arrese a questo invito il nostro
Greco, e il loro incontro, avvenuto la sera del 3
settembre, costituì uno degli avvenimenti più sa-
lienti della vita sportiva americana e una di quelle
date che rimangono nella storia d'uno sport.
Mai un avvenimento sportivo raccolse così largo
interesse anche nel mondo politico e in quello
commerciale ; mai come in questo caso la solida-
rietà nazionale scese in campo a partecipare ad
un evento in cui il nome patrio e la patria gloria
erano commisti.
Una folla immensa quindi pigiava il Politeama
Argentino, che è il massimo teatro di Buenos
Ayres dopo l'Opera. Le più spiccate notabilità
erano presenti e componevano la Giurìa nomi
ben noti come quello del generale Garmendia,
barone De Marcili, dott. Beazley, M. E. de Alvear,
dottor N. Gallo e dott. Pannerò. Preceduto da
alcuni bellissimi assalti fra il maestro Lancia di
Brolo e il maestro Mathieu, maestro Moretti e
maestro Bay, i signori Racedo e Broneiconi, l'in-
contro Greco-Mérignac incominciò tra la più in-
tensa aspettativa, si svolse tra il più palpitante
interesse e si chiuse con un subisso di applausi,
che specialmente erano diretti a Greco, riuscito
palesemente vincitore.
L'incontro fu vivacissimo e contrastato. Comin-
ciato calmo, si chiuse con frequenti incontri e
corpi a corpo. Greco fu impareggiabile per ele-
ganza, rapidità, efficacia e souplesse. Sempre cor-
rettissimo nella sua guardia, con quei suoi movi-
menti velocissimi del braccio, la sua azione de-
cisa, sicura e finissima, riuscì a toccare Mérignac
quattro volte, mentre il maestro francese non
mise al suo attivo che due botte. Anche Mérignac
fu ammirato ; indubbiamente è un forbissimo scher-
Ecco i risultati delle sei serie:
1*	Serie :	1.	Champoiseau (Griffon),	ore	1	28' 37"
		2.	Bucquet (Werner),	»	1	38' 19"
		3.	Griet (Bruneau),	->	1	40' 9"
2° Serie:		1.	Bonnevie (Griffon),	>>	1	32' 43"
		2.	Mignard (Knap),	»	1	37' 15"
		3.	Sicard (Moto Cardan),	••>	1	46' 57"
3»	Serie :	1.	Demester (Griffon),	••>	1	35' 23"
		2.	Mathieu (Lurquin),	»	1	45' 52"
		3.	Millo (Foudre),	»	1	48' 22"
4"	Serie :	: 1.	Kinet (Antoine),	»	1	31' 25"
		2.	Collomb (Peugeot)	»	1	36' 4"
		3.	Doué (Doué),	»	1	31' 47"
5<	Serie :	1.	Champoiseau (Griffon),	»	1	31' 12"
		2.	Carreau (Carreau),		1	36' 49"
		3.	Ojam (Moto Cardan),	»	1	44' 23"
6a	Serie :	1.	Lanfranchi (Peugeot),		1	23' 9"
		2.	Louwet (Griffon),	>>	1	29' 44"
		3.	R'gal (Moto Cardan),	»	1	30' 20"
CORRIERE /AMERICANO
L'incontro Greco-Mérignac a Buenos Ayres
I lettori della Stampa Sportiva, fra i quali non
mancano numerosi italiani che vivono in questa
lontana America, non avranno dimenticato la po-
lemica schermistica del marzo scorso che condusse
al duplice incontro di Nizza Vega-Pessina-Méri-
gnac e Kirclihoffer, polemica nella quale cosi a
sproposito si volle parlare della superiorità delle
due scuole schermistiche e quindi trarre l'infon-
data conclusione che la scherma italiana ne uscì
colla peggio dai duelli di Nizza.
Ebbene, dato e non coucesso che fosse logico
il punto di partenza e precisato quello d'arrivo
(e la simpatica Stampa Sportiva ha dimostrato il
La misurazione del cilindro viene fatta con un provino graduato.
contrario), si rallegrino i colleghi amici lettori
italiani leggendo questa mia prima corrispondenza
dalla capitale Argentina, poiché in essa trove-
ranno l'ultimo colpo di grazia a tutto quel ca-
stello di inesattezze.
Occorre premettere che dopo Nizza uno dei cam-
pioni francesi, forse il più temibile, Lucien Mé-
rignac, fece una serie di assalti incruenti col