5)8 Libro Secondo Del modo di pulire il lavoro dorato. IL lavoro, che fi è dorato, prende una patina di giallo olcuro, fenza lucido, e per farglielo ricevere , e cavar fuori il. bello dell’ oro , fi deve operare nella feguente maniera : Si piglia aceto , e con quello fi bagna la fuperficie dorata, e poi con brufchia d’ ottone lottile fi frega bene, finché fia levata la patina , e fcoperto 1’ oro ; s’ ha a far quello però in modo , che non fi porti via niente d' elfo fregando , e che rilucente e bello addivenga , Ciò fatto , fi dà mano ad una pezza di tela bianca e pulita, e fi af-ciuga; lo che fatto , devefi rifcaldare di nuovo l’opra il fuoco il lavoro , ma in maniera , che la mano , che il tocca , tolleri il calore dallo Hello contatto , appreffo cui s’ infonde nel feguente bollimento per fargli prendere un bel color d’ oro. Bollimento per dare il colore alle dorature. PRendaf Zolfo , e Tartaro di botte fh ugual porzione , ed altrettanto di Sai bianco . Si facciano in fottìi polvere, e s’infondano in una miifura d’acqua, e d’ orina preparata in un va. fo di rame , o di terra vitriata capace , e per la quantità della materia ; e della di lui grandezza a contenere il lavorar che deefi bagnare; poi fi ponga il vafo al fuoco, e fi facciati bollire le polveri, 1’ acqua., e 1’ orina infieme, e quando una coiai miftura bollirà , fi tuffa in eiTo il lavoro, fofpefo o ad un filo di rame , o di ottone, oppure ad una cordicella di refluente refe, o altra fintile, e poco dopo fi leva fuori , e fi bagna tolto con acqua frefca pura . Se in