112 Libro Secondo cidiflìma , fi voleffe dare un qualche fmorto per renderla piti vaga, fi fa un’acqua aluminofa, e con effa fi difiempera argento, od oro fino ma* ci nato, e dopo aver rifcaldato il lavoro , fi dà ne’ luoghi , a voftro piacimento difegnatì, J‘argento , o l’oro diffoluto , il quale fi attaccherà fortemente, lenza pericolo che giammai fi fmar-rifca. fare un Similoro di colore belli ¡Timo , che olire la tenerezza uguaglia quello del Zecchino. Pigliali rame di Rofetta, oppure di Calcedro vecchio di buon colore, non iftagnato, e a forza di martello ridotto in fonili laftre, fi purga col roventarlo fei volte almeno , fucceffìva-mente Smorzandolo in aceto , in cui fia fiato meifo un pugno di fale, col quale poi terger fi dee, e fregarlo. Fatto quello, fi prende un'oncia del Rame così preparato, e in un crogiuolo a fonder fi pone . Quando è fufo , e comincia a bollire , fi prende Tartaro bianco fottìi-mente peflo, e gli fi va unendo, avvertendo di mefcolar le materie con un legnetto , onde 1' una ali’ altra materia unendoli , refii il rame temperato, ed addolcito . Preparato così il rame , e coiato , vuoili aver pronta una dramma di Curcuma , un’ altra di zafferanno , ed una mezza di fangue di drago in polvere, per unirle cotefie cofe in più volte al rame fufo , nel crogiuolo verfandole . Ognun vede quanto fia neceflario la perfetta incorporazione delle materie ; perciò conviene nello infondere le polveri fui rame fciolto, andar mefco’andole inficine con un legnetto, onde s'ottenga il fine, che fi ricerca . Finalmente, fatta la perfetta mefco-lauza de’ colori , e del rame nel crogiuolo , fi