Trattato dì Vernici. 49 di vino , fetnbra che non ila (ufficiente , e perciò è medieti far ufo della feguente come piò valevole , e'ficura . Si prende dunque colla di fior di farina di frumento , e calce viva fiottili mente polverizzata alla quantità di un’ oncia per forte; bollo Armeno in polvere non più di una mezza ; chiara d’ ovo ben battuta quanto bada per formare un impafto di corpo competente. Di quella colla, o Loto, oltre l’ufo che fie ne vuol fare per chiudere le giunture de’ lambicchi più ficuramente coll’ajuto delia vefci-ca bagnata, o della carta a tre, o quattro doppi per guarentirli dall’ azione dello fpirito di vino , che fittole il più delle volte corrodere il Loto adoperato , fie ne ferve ancora per coprire le crepature in qualunque vafo di vetro , o di terra, fioprapponendo a quelle de’primi ftra-ti di carta a più ordini per far che 1’ unione fi renda più forte, e più renitente. JL fare un' altra Colla , che attacca li Vetri , le Vorcellane, Majolicbe s le Offa, e firn ili. Rendali un pignatto nuovo , e fie gli ponga dentro Colla Garaveila ben chiara , e lim- pida con tanta quantità d’ acqua , che balli per intenerirla ; intenerita che fia, vuotili tutto 1’ umido fiuperfluo , e ad elfia Colla fi unifica fugo d’ aglio colato per pezza , e mettali al fuoco a bollire, fin che fi conofica effere cotta. Ciò fatto deeli aggiugnere alla medefima un poco di biacca di Venezia ben macinata , e procurare , che il tutto venga perfettamente incorporato ; così adoperando ,fi avrà una Colla efficace . E’ d’avvertire però, che qualunque fia la materia, che vogliali incollare , fi hanno prima a fregare i fuoi pezzi con aglio , o per far meglio , D toc-