4 puo certamente mettere m dubbio, se non da chi ignori essere il pane, che col grano si forma, e le biade, che in varie forme si aggiustano , 1' universale alimento del genere umano . Il che cosi essendo , d'onde mai viene, che frequenti a' giorni nostri succe-dono le carestie ? Che in pressocchc tutte le parti del dominio del Reale nostro Sovrano il terreno sia fertile , e fecondo, atto a pro-durre ogni anno di mediocre raccolto tanta quantità di granaglie, che basti al manteni-mento de* suoi popoli per due annate intiere, ella è cosa coli' esperienza di molti anni ad-dietro comprovata. Perché ora tante scar-sezzs, tante carestie ci opprimono, obbli-gando chi ha il peso di governarci , e ssg-giamente ci governa , a trarte da estere con-! trade un genere, dicui elleno stesse furono tante voite da noi provvedute ? N. 4. Non mi si adduca per motivo la mancanza di agricoltori, onde ne debba an-dare incolta una porzion di terreno ; perché né di queîli scarseggia questo fortunatissimo Stato, ne abbiam ragione di lagnarci, che ïimangono in niuna parte incolti i terreni ; e nemmeno mi si opponga la pigrizia degli agricoltori , e la non curanza loro , che con ammirazione e da noi 3 e da' foresticri si veg-gono indefessi a lavorare, e coltivare le campagne : l'origine piuttcsto di un tal incoa-veniente io la giudico per la maggior parte provenire da questo, che l'agricoltore me-