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e degli nomini si rendette, fu il Beato Niccola da Longobardi ornamento dell’ Ordine de’ Minimi , decoro della sua Patria, ed ammiraziorie nori solo dei prossimo pas-sato secolo, in cuLnacquqr, e, vigse; ma ancora ^1 nostro cadente decimo pltavo , sui principio,dei quale la bella sorte ebbe di passare agli eterni riposi(l). Cor-rea Panno 1650 reggendo, la Chiesa universale il som-mo Pontefice Innocenzo X , ■ ed il Regno di Napoli il Re delle Spagne Filippo il quarto di questo nopie , allora quando in quella parte delle Calabrie delta comunemen-te coi latino vocabolo , o sia inferiore , nella non dispregevole Terra di Longobardi ^Diocesi di Tropea , Feudo della Casa Alarcon di Mendozza dei Marchese della Valle Siciliana , alii sei di Gennajo, il nostro B. Niccola alia luce dei mondo comparve coiraccompagnamen-lo di un soprannaturale prodigio; imperciocche nel momento in cui nacque , in presagio della futura sua San-tita, sopra la di lui paterna casa un si gran lume , o splendore si vidde , che. molli e molti de’suoi, Goifcilta-dini sui supposto , che dal fuoco s’incendiasse (2), cor-sero verso di quella ^ affine di presfare ogni ajuto per 1’ incendio estinguere<; ma cola giunli con loro stupore niun vestigio dei divbratore elemento rinvenne.ro; seppe? ro pero cssere iri quel purito nato il nostro Beato , clie alii 10 di detto mese colle aeque;dei, santo Battesimo alia grazia fu rigenerato coi nome di Giambatlista, ohe poi quando vesti le religiose lane dei gran Taumaturgo di Paola lasciollo , ed assunse l’alIro; di Niccola.
III. Fulvio Saggio , ed Aurelia Piz&ini di oneste fa-miglie originarj di delta Terra di. Longobardi furono di Niccola li ben avvenlurati Genitori p che sebbene uini-le , e povera per riguardo ai beni di fortuna fosse lador condizione , nel lavoro percio delle lor mani, e neU’industria delle loro falicheil principale mantenimenlo dei-
(VJ Sfamm. Proc, n. 3 p. 48 et seqt
(2) Ibid. n., 2 et 3 p. 45.\