V/ X» X X f LA FESTA BIANCA .....E' molto tempo che nevica. Giù, al piano, il brano grasso della terra arricchita dal riposo estivo è scomparso sotto il leggiero strato di ovatta; ma nei sentieri e sulle strade maestre battute dai carri il candore verginale si è mutato in una fanghiglia giallastra e ripugnante. I vil- laggi fumigano, solitari nel grande silenzio delie giornate di gelo ; presso alle case calde la neve si scioglie in rivoli sporchi. Nel piano, il tepore particolare delle grandi città, caro ai cittadini, mette in agguato agli an- goli delle strade le accidiose malattie dell'inverno, il lento catarro e la tosse fastidiosa; la neve è umida, l'inverno malsano, il freddo insidioso. Un coro di maledizioni accompagna i dieci gradi sotto zero, come accompagnava la scorsa estate i trenta- cinque all'ombra ; un lontano ideale si forma avanti agli occhi degli uomini moderni sempre più in- sofferenti della perversità della natufa, in cui vedono riflettersi un altro aspetto della sorda e inafferrabile, ma pur reale, ostilità delle cose. Essi sognano una città nuova, coperta, riscaldata l'inverno e ventilata l'estate, che li metta per sempre al riparo dalle vicende meteoriche e che faccia guardar loro superbamente al di fuori, ove si estende ancora il regno della natura domata. Ma un simile sogno si ripete tutti gli anni, e non pare peranco che si avvii verso la sua realizza- zione; e invano è stato concretato e svolto da romanzieri audaci come il Bellamy e il Wells; esso rimane ancora un sogno di romanzo, una fantasticheria di persone che temono il freddo, e almeno quanto amano e riveriscono il caminetto. Ma vi sono altri modi di domare la natura ostile, e di farsene una alleata. Bisogna andare ad essa, per non avere più da temerla ; non per riparar- sene dietro fragili schermi e inutili difese. Venite con me, dove essa è più cruda, e perciò appunto più bella; dove essa non teme rivali, e dove ri- posa in una quiete più regale e maestosa. Non è alle stazioni climatiche del Mediterraneo che io vi voglio recare, lungo le piovose città marittime, dove lo scirocco urla tra i palmizii artificiali, e una primavera piovosa ed umida co- stringe nelle deserte sale di albergo l'ingenuo forestiere ! Vi sono altri luoghi più belli e più maestosi, e precisamente colà dove voi troverete più duro e feroce l'inverno che volete fuggire. Ma se voi venite con me, in pellegrinaggio verso la culla dell'inverno, finirete per amarlo e per invocarne la venuta, quando la canicola vi avrà disgustato dalle dolcezze snervanti della temperatura. Bi- sogna andare in alto, ove la neve è più bianca ed asciutta, e dove nessuna traccia di fango ne deturpa la molle superfìcie. In alto, in alto, in cima ad una montagna, in mezzo a roccie scoscese su cui le invernali vesti di cerimonia mettono la loro mollezza, un gruppo di case dorme solo, sepolto sotto la neve. La stazione invernale è posta sull'orlo elevato di una vallata, di dove guarda su una distesa bianca, che rappresenterà la sua pista e il suo campo di giuoco. Non è un mese che nevica quassù ; sono tre o quattro. L'aria è cristallina e micacea, e risuona come un sistro sonoro; una luce bianchissima, quasi tangibile, illumina la vallata, con duri effetti di ombra ; tutto è luminoso, asciutto, nettamente frastagliato e definito dai contorni sobrii e netti. Un freddo, ma magnifico sole rischiara la scena; i suoi raggi riscaldano un poco, senza andare alla testa, ma la luce è forte, forte così che abbacina e che addolora gli occhi. La migliore stazione invernale è sempre quella dove fa più freddo che in un altro luogo. L'al- bergo in cui si ricoverano i forestieri che hanno seguito il nostro esempio è costruito in modo da accogliere il massimo possibile della temperatura esterna e da lasciare al freddo tutti i mezzi per entrare in casa. Grandi gallerie vetrate, sempre aperte di giorno, lasciano entrare l'aria dal di fuori; tutta'la casa è dipinta in un bianco che accieca, e che rinnova l'effetto della neve all'e- sterno. E' in una simile abitazione che convengono da tntte le parti del mondo gli amatori di sport invernale, che sono in numero infinitamente mag- giore di quello che non si creda. Essi non sono venuti lassù unicamente per ri- manere chiusi in albergo, no, essi sono venuti per vivere la maggior parte della loro vita al- l'esterno, in mezzo al freddo e alla neve, perchè essi possano dire di aver fatto una villeggiatura veramente divertente e proficua. E' nella neve, proprio in quella neve che impacciava i nostri mo- vimenti, arrestava il traffico e la vita e ci rendeva l'esistenza sgradita nella città del piano che essi chiedono le loro voluttà e i loro piaceri sull'alta montagna; la tarda e molle materia permette loro, senza aiuto di motori o di altri lenocinii, quelle folli velocità di cui l'uomo moderno ha fatto una sorgente di voluttà ben caratteristiche e a lui adattate. E il freddo che minacciava i nostri pol- moni rende loro quassù la salute, e rinfozar i loro muscoli, e ne fa degli uomini forti, sani e lieti di vivere. La distesa bianca è stata preparata per una strana festa. Sui fianchi della valle sono state scavate lunghe file di trincee parallele, che conducono in basso con capricciosi avvolgimenti e bruschi virages; altrove il piano è stato rispettato'per i dilettanti dello ski, della slitta umana. Le flanelle prudenti e le pelliccio sono state di- menticate al basso, nella città; quassù basta un semplice vestito da sports- man, con un berretto che copra una parte della faccia, per i più freddolosi. Alla mattina, nell'alba livida, si esce rabbrividendo, ma lieti della pros- sima fuga sul morbido lenzuolo, e si guarda la neve con occhio di cono- scitore. Ma essa si conserva in buone condizioni, soda e resistente, grazie al freddo e all'asciuttezza dell'aria. I campioni dell'inverno si coricano sugli stretti bobsleighs, afferrano solida- mente le traverse di legno della prua e si slanciano sulla pista gelata. La velocità, da principio moderata, au- menta rapidissimamente; come in un sogno la piccola slitta, più piccola del- l'uomo che essa trasporta a valle, pre- cipita diritta fra le due pareti ghiac- ciate, scavate nella neve che risponde con un rumore setaceo e assordito. L'uomo è lanciato a 60 km. all'ora verso il basso, verso la pianura. Siamo ad un virage strettissimo; bisogna voltare subito per non essere slanciati fuori della pista nevosa. Il corpo del- l'audace si piega improvvisamente, facendo deviare il fragile veicolo, e i piedi infissi nella neve le costringono, giunto che sia sull'alto della trincea, a piegare all'ingiù verso il basso, verso la buona direzione. Eop ! Il bob devia con una graziosissima curva risalendo, incollato alla scarpata di neve, l'erta come un motociclista che risalga una pista, poi risolutamente continua la sua strada. I polmoni del corridore si empiono di aria gelata che lo vivifica e lo riempie di un'ebbrezza gloriosa; e la velocità, la superba amante del- l'uomo moderno, aumenta, aumenta sempre ad ogni virage. "Vi sono altri bob indietro, che sono partiti assieme a noi; non intendete le allegre grida e lo stridore setaceo delle traverse di legno sulla neve? Eop! Avanti sempre, prendendo leg- germente le pericolose voltate, risa- lendo più in alto che si possa per giungere a ridiscendere più veloce- mente, avanti nel candore e nel gelo, in una imperiale aurora che illumina pomposamente le distese di neve, hop ! finché il rallentarsi del veicolo indichi che siamo giunti alla fine del viaggio, troppo corto ai nostri desi- derii, e le risate dei nostri compagni di strada ci avvertano che bisogna farsi da lato e fermarsi, per risalire di nuovo con più umili mezzi, e ri- cominciare da capo. Ma questa forma di sport non è la sola che si offra agli amanti della neve. Il bobsleigh per una sola per- sona, che si dirige col corpo, rappre- senta la forma più semplice e meno perfezionata della slitta da neve, ben- ché sia anche quella, al dire degli esperti, che dà la maggior somma di piacere e di soddisfazione. Vi sono altri tipi di bobsleigh, o to- boggan, che dir si voglia, su cui vi possono salire parecchie persone, che stanno sedute con una relativa co- modità, e che si guidano mediante pali che servono da timone. Questi tipi ven- gono specialmente riservati alle signore, benché non manchino le coraggiose sportswomen, che ri- valeggiano cogli uomini nel condurre il toboggan per uno, su cui si sta coricati sui ventre, e che i dilettanti chiamano skeleton. Per queste diverse forme di slitte sono riservate le piste speciali, di cui ho parlato, e il cui esercizio costituisce una vera industria per gli albergatori e gli abita, del paese. Ma senza bisogno di simili strade ar ficiali, ogni mattina la pianura nivea si copre altri corridori montati sui loro slci e appoggiati un bastone. Credo inutile descrivere gli ski, orn popolarizzati da molte descrizioni e fotografie Il pattinaggio a Davos Pòatz. — t. Oeholm e Stero, vinciti! 4. - Una corsa con ostacoli. - sterà dire che si tratta di due assicelle di legnc lunghe m. 2,20, rettangolari, piatte e curvate i| alto nella estremità anteriore. Assicuratili ai piedi lo slcieur se ne serve come di un paio di pattini Le velocità che si ottengono mediante quest strumenti sono superiori a quelle che si potrebbe! immaginare; nella discesa esse sono di poco in M 44g*n4S f f Avendo dato gli Scatti liberi PERRY risultati non KHCflII. » soddisfacenti, saranno quest'anno sostituiti col nuovo tipo ✓wwvwwww portante la Marca brevettata: ffy %y y Derificate perchè non sarà garantito e cambiato che questo tipo. BOZZI ID"CrZS-A_nSTIDO Sz Co. — Ivililan-o, Corso (3-ero.oTra,, 3 PERRY " The PERRL „