Sopra l’Euangelio, Homo quidam , &c. y i t A cacciati fuora della vigna?Oue è la lor reai Gierufalemme? città fa-crata,città d’Àbramo,d’ifaac,e di Giacob,diDauid,di Salomone,e prima di tutti,di quel gran MelchHedech Rè,e Sacerdote*? Oue è la fiepe degli Angioli,che la cuftodiuanocon tantareputation loro, chevn foldato dc’fuoi baftauaà metterne in fuga diece,e diece cen-to,ecento millcì’Oueè il rifpetto,chchaueano prima i Romanici gnor! del módo,có vn certo che di riuerenza à quel popolo eletto? Oue è quel fauor viuo de gli cfierciti Angelici, che quando quell’empio Pompeo ardì di fare Italia il tempio di Gicrufalemme, de’ fuoi caualli ; quella feelerita notata per Tempre; ma dilli mutata per vn pezzo ; fu poi sì afpramenrc caftigata da loro nella guerra Farli falica?O Giudea mifera & infelice, oue fono al prefente quelli fa-uori?Maoue lafcio io il Torciaio della legge, de’ Salmi,de’ Profeti? Delle traditioni paterne, della dottrina di tanti amici di Dio ? del culto de’giudicij?dclleceremonie?de' facrificijj’Oue è,oue è la torre fuperba del Tempio Santo?che più bella cofa non hebbe il moti do mai,altro,che il Campidoglio di Roma,che le mura di Babilo-nia,chcle Piramidi d’Egitto,con quegli altri miracoli celebrati tato da’Gentili. O ime,oue è il regno,oue è lo feettro, oue la podeftà, ouelagiurifdittionc.anzi oueèia magione, oueil nido, quell’«W quelDfrwr Domus cara, domus oprimi Non hanno più cafa, neretto da ripofarfi ficuramentcipoucri Hcbrei. Nolo vedcte?El C pietà Chriftiana che viuano foprala terra: perche lauati difangue sì pretiofojCi fdegniamo d’imbrattar le mani di fangue sì uile,Malos,male perdet f Ecco la parabola J Et uineam fuam locabit alijs agricolis. Et vineam fuam locabit alijs agricolis . Forfè non c ucro?Iddio hà trasferito legratie loro, le dignità loro, l’adottionc,i teftimonij, le promif-lìoni,le profetie, i teftamenti, il facerdotio, il regno, i Sabbati,i fa-crificìj à i popoli Gentili,àPreputiati ,ànoiChriftiani. Non ti gloriar Giudeo. Tu non hai rouinato la vigna noftra, fei roui-natoru. La noftra vigna è crcfciuta. Forfè non hà guadagnato la vigna,Roma, trafpiantandofi dalla Giudea allegenti? Era una p picciola vignuola in prima,ch’era pur troppo il Giordano per irrigarla. V edete poi quante vigne raccolfe in fc ftefla, c fece tutto vn corpo,dal Giordano all’Eufrate, alTigre,airOronrc,alNilo,al Gange,all’Hiftro : all’ultimo fi ftefe infino al PadreTebro:e se poi dilatata all’Hibero, al Tago : e con tanta felicità và hoggi più che mai occupando ifiumi del mondo nuouo. O fortunata uigna di Chrifto.Fù gra tempefta veramente quella Romaniche pareua do uefierouinareipalmiti, eie uiti, quando erano cacciati gli Apo-ftoli, & andauano fuggendo da luogo à luogo. Ma quando meno pareua, che cuftodifle la vigna Chrifto , pure all’hora nehaue- Reraii r ua piu cura. Ccecitas contingit in Ifrael,ut plenitudo gentium intraret. Non uedete, che marauigliafà il Profetai’ Lena in circuitu oculos, &vi-