EPILOGO. occatione di mille peccati, il cui ftipendio non è altro, chela mor» te dell’anima. Il Martedì, non fi predicò, per la ’ftatione nel (acro Tempio vo-firo di San Lorenzo, ma d ifcgnato hauea con l’Epiftola deH’Eflo-do,nella quale fi narraua l’idolatria del vitel d’oro, dichiarare, che nò fu mai badante di placare l’ira d’iddio , quella legge imperfetta, meritamente da gli oracoli di San Paolo, dimandata pouera, & mendica. Il MercordìjCon Ezechiele,& Efaia, moftrai che non puote mai intenerirei cuori humani, nè dare la grafia che fantifica gli huo-mini,al contrario dell’Euangelio.che ne’petti noftri iftilla quell’ac-que, le quali & rompono ogni durezza , & lauano ogni bruttura. Quindi del fanto Battefimo filofofai,moftrando perciòelfer venuto il Meffiadegli Hebrei,il quale douea per le fcritture lorod’effu-fion di fangue,che già nelle tenere membra circoncidendoli facca, cangiare nel foaue bagno dell’acqua chiara. Il Giouedi,& il venere,fotto l’hiftorie d’EIifeo,& d’Elia,che non poterono rifufeitarequei morti figliuoli,fe non incuruandofi nel letticciuolo fopra di loro,& con il fuo fiato nello sbadagliare, ficai dandogli, moftrai, che non fi potea rihauere in vita la perduta natura humana, con tutta la virtù della legge: ma bifognaua, che quel fommo profeta , termine di tutte le profetie : Chrifto Giesù, s’inchinaflc fopra di noi, prendedo le noftre miferie, accioche noi tirando il fuo fettiformefpirito,rifurgeflìmo da morte a vita,con la virtù infinita di quel fanto letticciuolo della fua Croce, in cui giacquero con tanti martiri) fuoi,ma con tanto frutto noftro,qucl le carni d’iddio, e d’huomo. Il Sabbato poi, pieno d’allegrezza, perciò cantai allegramente. Et mifericordìa eius, à progenie in progenies , timentibus eum. Et pofeia con era gli ingrati à tanta, & tale mifericordìa di Chrifto, che per darci la vita volfe morire, feci quelle tre inucttiue, che fa la Vergine, contra i ribelli del fuo figliuolo: Fecit potentiam in brachio fuo, difperfit fuperbos mente cordis fui. Depofuit potentes de fede, & exaltauit humiles ..Efu-fient es irnpleuit bonis, & diuites dimifìt inanes. La Dominica Quinta, con San Paolo a gli Hebrei, predicai del la gloria, & dell’eccellenza di qucfto Chrifto, autore, e maeftro di quefta nuoua legge Euangelica,la quale meritamente prouai dimandarli teftamento nuouo, perche interuenendoui la morte del teftatore, dietro la quale non fi può far’altro teftamento, come ultima uolontà fua, ci dà il pofleflo d’una nuoua heredità del-l’eternavita, la quale nonfipuote giamai hauere , per quel primo teftamento . Onde però fi dimanda vecchio , fracido, & di poco valore. Indi entrai a difputare , perche cagione non Xcriflc Chrifto qucfto fuo teftamcnto,come Mosè il fuo. Et doppo tttttt mille