j 8 Primo giorno di Qunrefnia, mifericordia.voglioguaftar quello mio vafo? a pena lo toccarò co A vn poco di violentia,che fi romperà,tanto è debile.La feconda,per-Pfal.jox. chesà,chefiamodi natura fidili nelle opere buone, fumili, clic cofa è più flerile della poluere f Hor che è più Aerile dell’anima noftra, che lenza la gratia di Dio non può mai far cofa Pfal.14’.. buona?Odi il P rofetì.&Hnimamea,ficut terra fine aqua tibi.Eperò quella mifera condition noftra,tira dal Cielo la diuinamifcricordia e clementia. La terza cofa è, che sa gli inganni,e le illufioni del mondo, che ci va preftigiando con la fortuna profpera,la quale ci alletta tari to,che fpeffò ci tira dal buon fentiero, e poi in vn tratto mancàdo, ci lafcia priui,& di Dio,e di quelli beni e de gli eternit de’tempora li.Oime,come vuoi,che non fi muoua Iddio a mifericordia di que- B ila sìgran miferia ìT^gcordatM eft, quoniam puluis fumus, homo ficut fanum, dies eiu< tanquamflosagri , fic efflorebit. Qual co fa è più fallace del fieno, chehoggièfiorito,verde.ebello;domani fi taglia,e fecca?Hor talee la felicità noftra, hoggi fiamo giouani, frefehi, fanij domani infermi,miferi,languidi. Ben diceua l’ifteflo profeta, per infirmar quan-pfal. ioi. t0 ptcfto palla la profperità noftra. Perculfusfum, vt fanum, & aruit cor Efa.i. meum. & E faia. Omnis carofpnum, omnis gloria eius fiiutflòs.dgri,exiccatum eli fanum, &■ cecidit flos; rerè fenum esi populus. La quarta caufa è,la incuita-Plal. 102. bile neceflitàdella morte. Homo ficut fanum, dies eiustanquam flos agri,f;c efflorebit, quoniam /firituspertranfibitin illo,&non fubfislet,& non cognofcet am piius locum fitum. Se limonio potefle fuggirla morte,farebbe incfcufa bile, fe in qualche tempo non feruilfe al Signore; ma quello douer morire,e non poter refilìere con la breuitàdella vira,sforzaper mo do di dire Iddio ad hauer pietà, & mifericordia de’peccati noftri. Però Giob con quella ragione prouaua, che gli doueuahauer coni Iob.7. paffionelddio. Ecce (inquit) inpuluere dormiam, & fi mane me quxfìeris non fubftsìam è dignum ergo ducis ,fuper huiuf emodi-aperire oculos tuos è Parti che fia degno,Signore, che tu incrudelisca contra di me,che me nemo ra in vn tratto? c quella anima mia non tornerà più in quello corpo infino alla refurrettione generale , nè pur anco allhora potrà o-perar alcuna cofa alaudetua , perche farà in termine, e non più in _ via? Tarce,parce 'Domine,nihil enim funt diesmei. O bontà infinita di Dio, o mifericordia in comparabile. Coswertwdw ad Dominum, peccatori, peccatrici, quia benignus eli, gir mifericors. Come farebbe'polfibile ,che credendo voi per certo di batter vn’amico catifiìmo, che vi amaflè più di fe medefimo, che non pen falle mai fe non a giouarui, cheo-gni hora, ogni momento vi fulfe alle fpalleper aiutami, che fapefle tutti i voliti bifogni,chepotefie,e pur non voleflè liberamene fem-pre,che mctteflcla vira per voi in abbandono;che fenza il fuo aiuto folli pienid ogni miferia, & d’ogni calamità,come larcbbe polfibil dico,che credendo tutte quellecofe, non visforzafte di non offender mai quel verone perfetto amico? Efeper fragilità,ò per ignorata tia