Amos f. Pfal.74* Pfal.^4- Ioan. li- ti ebr. 4. Pfal-19. lochi. Zacc.i. Ecd.p. Pfal.B. j ¥ rimo giorno dì Qunrefim^ fugge,la monete alle (palle, non ten’auedi mifera ? Odi il Signo- A re ciò, che egli dice per Amos Profeta, Super tribus fcelcnbus me conuer-tam, fed fuper quartum non me conuertam. Bàia meta Iddio della fua patientia, t’afpetta fi no ad un certo termine, come tu lo palli, (cocca 1 arco della fua giuftitia, lenza remiffione, checofi vogliono dir quelle parole ; Cum accepero tempus, ego ìuflitias iudicabo. Il primo peccato (Dotti) èloperacattiua, il fecondo l’habito vitiofo, il terzo il difprezzo dellapropria falutejl quarto l’oftinatione, con la difpe ratione/fino a quei tre, t’afpetta Iddio a penitentia, guardati, che tu non giunga ai quarto, che guai a te. Non è dubbio . che alcune volte quell’infinità mifericordia conuerte anco de’ difperati, Dixit Dominus ex Bafan conuertam, conuertam in profundum maris. Perciò B fufeitò Lazaromorto, & fetido di quattro giorni, che erafigura degli impenitenti. Ma io non voglio, che t'aflicuri in quelli pri-uilegi rari, fin che hai il tempo , con la fpada dcll’Euangelio Tanto , della gratia di Dio, che penetra fino alle midolle, ft taccia quello facco hifpido dei cuor tuo, sì che per lo pianto della pcn iten-tia, vfeendo fuori l’humor de3 viti j, s’empia di gaudio , e di contento , e podi dir con Dauid Profeta. Confidai faccummeum , & circundedifti me l&titia. Ma ti parrà Urano, Dotto, che metta in forfè Gioele, quello premio della conuerfione ? Quii feit fi conuertatur, & ignofeat Deus, & relinquat pofi (e benediblionem ì Non ti marauiglia-re . E' co fa certa , che chi fi conuerte a Dio , Iddio fi conuerte a C lui. Iddio Hello l’hà detto , non può mentire. Conuertimini ad me, & egoconuertar ad vos. Ma parla da fauio , per metterui i fproni al fianco -, dice, chi sà,fe conuertendoui, forfè Iddio fia per rimetterui i peccati vollri ? perche con quella arte , ti moftra la grandezza de’tuoi peccati, ti fàconofcerlagiullitiagrandedi Dio, ti rende lacofa difficile, t’induce a conucrtirticon più feruore,- ti fa dar femprein timore; titienehumiliato. E poi la diuina mifericordia t’è più cara , quando con maggior difficult à l’hai confeguita. Intendete quelli bei modi d’uncontadinello ? & in uero, fc 1 duomo non può fapere, quando è attualmente in gratia di Dio, ( Ne-feitenim bomovtrum amore, vel odio dignus fit, ) Son risoluto , che nè ™ anco fi può fapere con certezza , quando fia difpollo alla gratia. Debbia quis intelligit ? dice quel Profeta . Ab occultis meis munda me Domine . Oltre, che la ragione è chiara. Quf non cognofiit formam, quomodo difipofitionem forma cognofcere poteftì E poi, 'Bonarum mentium efi, agnofeere culpam , vbi non eft culpa . Quello è però mani fedo , che quando fi conuerte l’huomo, come fi dee, Iddio, che molto più copiofoin mifericordia, che noi in mi feri e,- è pronto a perdonarci tutti i noilri errori . Sù , sù , Conuertimini ad Dominum Deum no-firum, in teto corde veftro, E che cofa fono quelli noilri cuori, fe non 1 Arca di Dio ? mettetegli dunque la verga dentro del Tanto ti- mor