Sforza, ch’iui era Legato, in quel tempo, per Lettor ordinari© di Metafilica, co ftipédio maggiore di quello era folito darli a Fra ti per lo inanzi, e conia Quaresima libera acciò che potefle predicare , e fodisfarealleCittadi .cheagaral’vnadell’altra, vnanno ò dueauanti, lo ricercauano Tempre, leggendo però egli per oblL gole fette fra l’anno, la (aera fcrittura pubicamente nelle fcuole» in ricompenfa, ò in luppli mento della Qua refi ma,ch’egli non leg-geua ; e particolarmente ifponendo l Epi itole di San Paolo.All’ho ra fi pofe a leggere a fua concorrenza vna perfona poco catholica , riflette Epiftole, motta da inuidia, e da fallo zelo d’ambitione; peracquiftar fama,efeguitode’popoli,laqual anco volfevenira ingoiar contcfa (eco in materie malageuoli e graui,-e talmente in. ette fi dilatò, & in opinione d’infetta dotrina, ch’andauano a torno in quei tempi,come direttaménte contrarie a quelle,che catho-licamente infegnaualeggendo, Maeftro Cornelio ; che tirando il popolo alla via larga, & a rompere il freno dell’ubidienza debita alla (antaChiefa Catholica Romana, causò grandiflìmo tumulto-, per lo che fù sforzato l’illuftvittimo Cardinale Campeggio, Vefco-uo ordinario di quella Città, partirli da Vicenza, ou’era deputa-» to Legato del Concilio Generale, già ind itto,e publicato dal fornirlo Pontifice Paolo Terzo felice memoria,e venir a Bologna,per fopir tanti romori, & ammorzare il fuoco ,c le fiamme dell’acce-fe competenze, & emulationi, ches’erano folleuate, come virilmente fece: operando che ne foflero (cacciate le genti feditiofe, e che quello Tuo emulo fi ritrattafle in publico, con quanto feguì poi nell’auuenire . In quella occafione l’illuftriilimo Cardinale Campeggio preTe tanto amore aMaeftro Cornelio, intendendo quanto bene hauefle confutato l’erronee opinioni di quei tali , che cercò di farlo maggiore, & con ogni vflìcio , venuto egli in Roma, per quella caufa contragli auerfarij c’hauea, chiamato dall’lHuftriflìmo Signor Protettore,lo pofe in gratia di Paolo Ter zo fornaio Pontefice, il quale lo viddecon lieta fronte, e.beni-gnamente faccettò; sì per lo faggio chegiàhebbe di lui, vn’altra volta pur in Roma, al tempo di Clemente vij. quando fù mandato dalla Religione ben giouanetto, a far l’oratione in Capella, fecondo il coftume;comeper la fama honorata che, era fparfa delle fue molte virtù, e. volle che redatte in Roma , per predicare in fan Lorenzo in Damalo, <5r a feruire per Theologo, l’Illuftriflimo Signor Cardinale Farnefe fuo. Nipote. Cofi laici ate le fcuole, eia lettura, fi fermò in Roma, per vbbidirealla Santità fua, e feruire a quell’Hluftriflìmo Signore, nella cui corte entrato, fall nel Pergamo di fan Lorenzo in Damalo, nel qual poco auanti haueua predicato Fra Bernadino Occhino da Siena, con cui prima., che egli partifte di Roma» hebbe vna lunga contcfa, e lo Icoperle he-» reticoj