Z I B 0 ràforga abbarrirla,fe ricca,fopportarla,fe pouera,matenerla,fe bella guai darla.Toiche a ogni foggia ciafcuna di qfte qualità itale g uccidere mille huo mini,a che fine mi debbo maritare t Con tai parole qbfattiti fi efeusò di maritarli. Quefto filofofo g li gran ftudfi perdete gli occhi nella fua ueccbiet^afia onde nò potède piu J'eruirfi de i libri fu affaretto a pigliare penofa compagnia di moglie ,la quale partorì una figliuola ,et di qfta nacqro gli .Almi cari Car-ìni'carick'r taginefi ripetitori detti Scipioni,i.quali no hebbero meno ualore a difendere tagiuefi. Cartagine ,chc i ncftri ad aumetare Roma.Trii dirai o Fauftina come in tue figliuole nò può cadere un tal fofl>etto,gche le loro uirtìi procederà al pericolo,& la honeftàgli aflìcurerà lag fona.Foglioti bora feoprire un fecreto,cbe-Ci-.e coia. non $ copa c]je p;u auidametefia recercata, quato la dona che con cafleguar in vnadó ' àie,etfeminil uergogna fia circòdata.Tepidamete fi bramano,& letamate fi iu. procurano qlle cofe,le quaifi poffono acquiftarfacilmente. Tflo è cofapiu cer ta chc'lbene d’altrui fia caufa delpprio male. Sappi ancora Fauftina che le dòne molto honefte g noftra maluagità fono dagli altri ricercate. Certamete la loro ucrecodia et retirameto fonofaette còtra la noftra honeftà.Fgo leggia ino che la nobiltà del fangue,ne le ricchet^e,nella beltà della fueturata naca hone- trona Lucretia inuitafle alcuna a defiarla, ma piu toflo la ferenità dellafac-fia di Lu- cia3lagrauità della perfona,la purità della uita, <& il ritiramento de i uitiif. che fi urieita nella fua famiglia, il buon effercitio nel qual fgedeua il topo ,il credito che banca co i uicini,etla buona fama che teneua tra gli efterni3de-, fluirono quel paggp Tdrquino a rimettere quel sformato adulterio . Poglioti narrare l’origine di qflo male.I trifti fono tato maluagi che ufano male il be ne de ibuoni,& nò auiene quefto g colpa delle done Romane , augi effe co la loro ftrena honeftà accuferano la noftra malitia aitanti gli immortali Deisti mi dici o Fauftina che Lucilla è troppo giouanetta da maritare, no fai tu che ì padri debbono ammacftrarc i figliuòli fin da fanciulli &■ fueder c alle figliuole fin che fono fanciulle ,certamete fei padri fuflero -peri padri,et le madri buone madri, in quel giorno che i Dei gli dano una figliuola dourebbòno darfi un nodo al core3ilquale no mai fi feiogliefle fin’ a ql giorno che deflero marito allafigliitola,gcbe nò uoledo i padri altari maritarle, & procuralo le madri, di maritarle piu altamete,cofi uno g una cofa,l’altro g un’altra,paffano tanto aitati tepcreggiddo che le figliuole fi inuecchiano,& in qflo modo fono itee chie da maritare,& aliare fole, fono giouane pcricolofe , & per feruir fono di troppo età,et cefi elle uiuono in pena,& i padri co pefiero, et i pareti con folletto,fe s hanno da per'colare . 0 quitte dòne ho conofeiuto figliuole digra Signori,le quai nò per macamento di dote,ne di ricchézze,nè perche nòfuf-f ro virtuofe, mafclamete^ g una tra fintaggine che prolungata di hoggi in domane in un momento ,fòpragiunto la morte al padre & Cparue il remedio £ j^hi.'clejt.dche ipaari morti furono coperti di terra , quelle fepelite con