poi, ti chiccto in fede dKamicitia,che ti conferai nella memoria., come làfciò ad altri arricomandata la moglie ,lafciò ricomadata la robba,et la cafa mia3mà a te lafcio arricómadato l’bonor mio perche i Trencipi lafciano maggior me moria del poco,o del molto ,che filegge di loro nelle fritture. Io fono flato an. ni deciotta.Imp. di fioma, et fono anni feffantatre , ch’io viuo in quefta vita,-, ile i quali anni ho uinto molte battaglielo amag^gato molti corfali, ho fatto' molti edifici] ,hofolleuato molti huomini da benejio cafligato molti federati-ho guadagnato molti regni,ho deflrutto molti tiranni3perochefaromi trifloj poi che tutti i vicini,et compagni che fono flati meco teflimoni di veduta ha-* no da ejfermi copagni nellafepolturafDi qua a mille anni,poi che far ano moifi ti coloro,che uiuono bora,chi dirà io nidi Telar.-Aure. trionfare de Tarthi, io' lo uiddi fabricare gli edifici] nell’budino ,io lo viddi effer amato da i fuoipo poli,io lo uiddi effer padre degli orfani,io lo viddi effer cafligo de tiranti- Cer tamete fe i libri nonpdicheràno quefte cofe,non fi leueranno già i morti a nat rarle,Che cofa è a veder un Trecipe dal giorno che nafee fin che muore,la pò uertaàp laqual egli paffafl pericoli3che patifee, gli affanni3che diffmula, le amicitie,che fingere lagrime,che piàge3i foffiri,che madafuori, le prome f-fe3chefa,et che non foftiene tanti defaflri in qfta ulta ,fe non per Inficiarle di. fe alcuna memori aìTNgm è Trecipe boggi nel mondo,che non tenga gran con^ to di batter buona cafa3dì far buona tauola,etfontuófa,di ueflirfì riccamete, di pagar bene chi loferuono in corte, ma folamente per qfto nero honore,fof-fre di hauer l’acqua fopra i labri,& trahe il petto per terra.Gli è cofa ragio-neuole,che màfia dato fede i queflo cafo,come ad huomo,che ne ho ueduto la prona,& è qflo,che il fine del Trecipe nel pigliare gli eflerni regni, etfarpa tire tantoifuoi,altro non èffe non che la grande^ade i paffuti Trecipi, laquale è laudata alla fica prefentiaffuffe di loro predicata in fua effentia, per-effer famofi nelle età future.Concludendo adunque et dichiarado la mia interi tione,dico,che il Trencipegenerofo,et che brama di acquiftar fama,confide-, ri ,che poffono fcriuere di lui quello,che gli Infiorici bapno fritto degli altri y pchegiouapoco al Trencipe,che egli habbia fatto gran imprefe con lalacia f non ha chi le aggradifea con la penna.Queflo buono Imperatore ,dette que fte parole,diede la chiane dello fludio all’honorato vecchio Tompeo , il quale prefe tutte le fuefritture,& le portò nell’alto Cdpitoglio,doue i Romani le honorauanp come fi honorano le fante reliquie. T utte queftefritture con mot te altre pericolarono in Boma,quddo effafu dcflrutta da barbari,perche i Go thi, uolendo al tutto annullare la memoria de Romani,non rouinaróno i muri ?na afferò i libri. I Gothi veramète furono in queflo cafo molto crudeli contra Romani molto piu,che fegli haueffe.ro amat^qto i figliuoli3et rouinato le mu 1 a,per che finalmente la T erra viua,cbefempre parla.è maggior teftimonio* che le pietre, la calce, ola,fabbia. ' COTrll