f ì C 6 a f. jr noi,per che no per altra caufa,tàte nobili done Romane fono mal maritate in , Hpma,fieno pche i lor mariti hano Sfiniti foretti.Gran differ eti a è da i foretti delle done allagelofia degl’buomiìii,pchefe volete itederla bene,altro non è delia mo-the la moglie babbia foretto del marito,che un dimoflrare,come l'ama di tut glic-to’l core.Le innoceti done,che no conofcono altri,no cercano altri,no trattao co altri può amano altri,et no uogliono altri,che i lor mariti, non vorebbono ch’effi conofceffero altre done,nò cercaffero altre done,no amaffero altre donent no uoleffero altre,che le lor mogli,pcb’il cuore, che fi ferma ad amar'u filo,uorebbe,che ninna p fona fi fermaffe ad amarlo , ma voi huomini fapete tato feruirui dell’ingegno,et vfare tate cautele,che uoledòui vatare del mon do,come le feruite,et le tenete i delitie, ragionate anchora in ql modo l’ojfen dete,et come l’inganate,et nondimeno è cofa manifesta,che un’huomo no può meglio molìrare la fua nobile generosità, che fauoredo vna dona molto pecca, trice. I mariti Infìngano le lor mogli dicedole ad ogni paffo ima dolce parola, ma partiti che fono da qlle,effì sano molto bene a chi dano il lor corpo et anco la robba . Io ti giuro ofignor mio,che fe le done haueffero qll’ auttorità fopra gl’huomini,c hanogl’huomini fopra le done , et che praticaflero p lo popolo, eoe praticalo effip la cotrarta,che le done trouerebbono più macameti di lor ^j/tngiorno,ch’effi rio trouao d’effe 7 tutta la fua vita.Voi altf huomini diccte che le done fono mal diceti,et fi uedcp lo còtrario effer cofa ueriffima, che le vefire l’igne altro no fono,che l’igne de ferpeti. 'Perche danate gl’huomini da bene,et ifamate le buone matrone Romane.TSfo pefate che fe diccte male del l’altre,pciò no la pdoniate alle uofire.'Perche noe tato mal’ affliggere l’altre co la lingua, qto è che l’huomo ifami la fua moglie co foretto,poi che’l marito, ilqle fi moftra fojfettofo della fua moglie, cocede che gl’altri la tegaop rea femina. TS[oi donne che di raro ufeiamo di cafa,andino per pochipaefi,etve diamo poche cofe,àchora che voleffimo hauer mala Ugna,no potino , ma voi eh’ adate fieffo qua,et là,vdite affai cofe,uedete affai cofe,etfapet’affai,mormorare anch affai.Kna dona qto male può dire è il dar’orecchie alle fuc amiche,qdo fono appajfioate,gridar alle fue create,qdo fon negligati,mormorar delle fuevicinefqdo so belle,maledir,chi le fa igiuria,mafinalmete una dona, p maidicole,che fia,nopuò mormorare fe nò della fua còtrata, douc habita, pciò voi huomini ifamiate le uofire mogli col fiorettar di qlle ,affligete le uici ne co parole,mettete crudelmete la ligua nelle done efierne,nò ojferuatefede alle vofire amiche,facete peggio , che potete alle uoìtre amiche,mormorate cole mogli pfenti delle pajfate,et co le pfenti hauete fatto mille cautelle,p la fidarle,finalmete fiate tato d’una parte dopi],et dall’altra tato tigrati,chep-mettete affai a qìle,che nò hauet’otenuto,et qlle,c’hauete recate a uoftri pia ceri,tenete poco còto.Io nò niego,ch’una dona douedo effer qlla,che fegli nò ni ce,fi a afircttad’effer ritirata,laqle e fedo ritirata farà di buona uita,et me tiado bona uita,batterà buoa fama,et hauedo bona fama,farà da tutt amata, ma