r.T' I l B 0. T da qùal'ifiìa’jè un monte piccolo , benché molto fragofo > & cbiamafi ll monte Arcadio 3doue nafte la berba flabia j della qual dicono gl’ antichi 3fe uien tagliata fiilla fangue,& quella è utile 3 perche fi tocca con quel fangue caldo una perfona3quella ancbora che non uogliaft forcata ad amar colui 3delqual è fiata toccata 3& toccandola co’ l freddo fangue lo ha da defamare.Et di que fia herba fatene certo3percbe io ne feci la efferien%a3percbe io unfì una per fona conquel fangue , qual più prefio finì la uita che l’amor della mia perfora .In quella Ifolafu uno Re molto efemplare3è famofo in clementia3 benché per fcrittura3ne per pratica fi può fiipere3cbe nome haueffe, ma era fepolto fopra quattro colonne in una fepoltura di marmo, & intorno di quella ftpol-tura era fcritto uno epitafio in lingua greca,anticbijfimo,qual tra molte alerte cofedicefale fequente parole . Tutto il tempo,che li immortali Dei,mi concefiero la vita,quefio è fiato Cordine chebo tenuto nelgouernare la mia Republica. Quello che potei far per uia de ben,non mai lofeciperuia di male, * Quello che potei acquietar con pace,non mai lo procurai per guerra. Quelli qualiio potei iiinccrper uia de prleghi ,non mai .li ffauentai perle minale. Quello,chepotei remediar in fiecreto,non mai lo cafiigai in publico. .Quelli che potei corregger con auifì,non lo feci mai per uia de farli ftanar « Mai alcuno cafiigai in publico,che prima non l’hauefie auifato in fecreto . .Mai alla mia lingua confentì3che die effe menzogna ; ne,concefii alle mie orec , , chie ftntir adulationi. . Raffrenali’animo mio,che. non defider affé le cofe altrui ,&lo perfuafi che fi . contentaffe del fuo proprio. , . . Fui.uigilantein confidargli amici,& fùegliarmi,accio non haueffe nimici. . Tronfili prodigo nel /fender,ne ancho cupido nel ritenere. ' ■ ..Mai di una cofa.feci cafiigoffe inantQ non gli hauea perdonato quattro uolte. Di quello,che cafiigai, me ne doglio,&di quello che perdonai me ne allegro. Tqacqui huomo tra gli huomini,&p tanto li uermi magianogià le mie carni. Fui uirtuofo tra li uirtuofi,& per tanto lo mio ffirito ripofa con li Dei. Che ti pare Antigono3che Epitafio è quefio,& qual T rèncìpe doueua ef-. fere quello ,delquale direi,che doueua effer moltogloriofa lafua uita, efiedo La memtT al preferite cofì immortai la fua memoria, ^iffede da homo da bene ti giuro, rÌ^)fiC V? mi fiano proprici nel bene, che non ho tanta inuidia à Tompeo con Vivi {em* f Hèlia, a Semiramis con la fua India , à Circo con lafua Babilonia , d pre è im. Gaio con la fua Gallia3d Scipione con la fua africa, quanto ne ho à queflofo mortale . [0 p^e fa cipro cm [aftpoltMra > perche più gloria poifede egli in quella , : affra montagna,effendo morto, che non hebbero loro in la’fuperba Roma ef-.. ., .. -fendovini. ’ -. ; Marco