Gen4-
Sfai. 1.
Iob. f.
z S	'Primo giorno dì Quarefima,
ogni cofa alla predeftinatione ; leggi. ne > fi bene egeris, recipies? A fi autem male, ftatim in foribus peccatum tuum aderit. Se gli Albaneu negano il libero arbitrio ; leggi. Si volueritis, & a.udieritis me, bona terra comedetis . Se Vigilando, & Euftachio ti dicono , che non bifogna inuocar i Santi ; leggi. Vaca,fi ed, qui tibi reffon-deat, & ad aliquem Santi orum conuertere, Se Giouanni Hufs , nega il fuoco del Purgatorio, leggi. Detrimentum patietur , faluus tamen erit, fic quafi per ignem . Se Marfilio da Padoua , impugna il pri-fiam meam. Se i Giacobiti dicono, che" non bifogna confettarli a
rum retinueritis retenta^mt. Se gli Armeni dicono, che non bifogna B ______ " ‘ •/ _ . ' ’ . ” ’ 1 regnum calorum. Se Claudio ti dice, che non bifogna adorar la Croce ; leggi. Adorabimus in loco, vbi deterunt pedes eius. Se Berengario di-
quod pro vobis tradetur; Se tutti infieme dicono , che non bifogna crederete non quello che è fcritto-,leggi.Tenete traditiones patru,qua<s didicidis ab initio.O dottrina veramente di Dio , tutta celefte. Non è marauiglia certo , Afcoltanti, fetanto fi commoueuano i primi dell'Hebraifmo , quando Chrifto Giesù,con le parole fole fa-ceua si gran miracoli, che rcndeua la luce a i ciechi, la loquela ai mutoli ; fanaua le febri , cacciaua i demoni). Quid, nam ed C hoc f1 ( diceuano, ) qua dottrina bac noua ? che cofa è quefta ? che nuo-ua dottrina hà coftui fopra tutti gli altri ? Cofi ancora fi moffero a ftupore i gran Sani di Atene, quando quel vafo di elettrone predicando in quelle fcuole , mette fottofopra ogni cofa, conuer-tì tante genti a Chrifto . Pojfumus feire, qua efi bac noua , qua à te pradi-catur dottrina ? ‘Pfoua enim quadam infers auribus nòdris. Polliamo fape-re , chenoua dottrina è quefta, che tu predichi Paolo, con cui tiri gli animi noftri a te , e gli empi di marauiglia ? Orsùvdite Chrifto , che rifponde alle marauiglie degli huomini. Mea dottri-na non ed mea,fed eius, quimifitme, Patris. Ponete fine allo ftupor vo-ftro, Romani, ceffatedi marauigliarui tutti. A Dio niunacofa è mirabile, perche niente a lui è difficile . Quefta Dottrina, che vi farà predicata, è Dottrina diDio, che per noftra falute fi fece huomo, e conuersò con noi. Hic ed Deus noder ( dice Baruch ) & non eflimahitur alius aduerfus eum , hic adinuenit omnem uiam difciplina, & tradidit illam Iacob puero fuo, & ffiael diledo fuo, pofl bac in terris uifus eft, & cum hominibusconuerfatus eft. O infinito amor diDio. uerfogli huomini. £go Dominus docens te utilia . Dice il Signore. Qual più vtil Dottrina fu, ò farà mai di quefta che ci infegna conofcer noi fteffi, la bruttezza de’peccati,la breuità della vita,la giuftitia di Dio. la eternità della pena, il futuro giudicio , la fragilità del cor-
po, J
j.Cor.3.
Matth.xs. mato dfPietro ; leggi .Tu es Petrus, &fuper batic petram pdìficabo Sede-fiam meam. Se i Giacobiti dicono, che non bifogna confettarli a Matth.18 Sacerdoti j leggi. Quorum remiferitis peccata, remittuntur eis , & quo-1..............f
Matth.19. battezzar i fanciulli; leggi. Siniteparuulos venire ad me, talium enim efb regnum calorum. Se Claudio ti dice, che non bifogna adorar la Cro-Pfal. in- ce. leggi, Adorabimus in loco ,vbi deterunt pedes eius. Se Berengario di-Manh.26. ce} chel’Hoftia è Colo fegno di Chrifto -, leggi. Hoc efi corpus meum ,
a.Thcffi.
Mar.3.
Aft. 17.
Ioan.7.
Baruc. j.
Efa.48.