EPILOGO. che quantunque immutabilmente nel Conciftoro delle trepcrfo-ne dmine folte così determinato , non fù però adempiuto lenza l’humane preghiere. IlGiouedì, con Gieremia mofirai quanto fia necefTario orando, fidarli d’efler fenza fallo eflaudito,introduci i Magici incanta menti,che fono del tutto uani lenza la fede. Mofirai Pallade ch’ad Achille dicea , Veni ego pacifi; atura tua iracundiam, fi crediderit, Aperfi i fonti delli Euangehj oue tante volte pria che faccia miracoli Chri fio,dimanda, Crediti quod hoc poflim fùcere vobis? Et poi, Omnia poflìbilia funi credenti ,&a Pietro quando cominciaua affondarli, Modica fi-dei,quare dubitagli Così dilli laChrifìiana legge dimandarli legge di fede,non pure,perchebìfogni credere cofeinuifibtli,& fopra natu rati, ma prima,& principalmente,perche è neceflàrio hauer fiducia nella bontà Diuina,all’incontro delli Hebrei, ch’in fe Iteffi foli fidandoli,& ne’ meriti loro,fono fiati con gran ragione elcluli dalla gratia d’iddio. Però con voce grande intonai quella parola profetica . cJMalcdiftus homo, qui confidit in h di cantar con la Vergine. Etexultauitjfiiritusmeuffim T)eo Saldatore meo, Non in homine, nequeinalio, nequein meìpfo. Aggiunfiui poi qucll’altro verfo. Quia refrexit humilitatem ancilla fina. Et ce enimex hoc beatam me dicent omnes generationes.Et perche potrebbe parer voce fuperba quella, Refyexit humilitatem, quali eh Iddio, per il merito dell’humiltà fua, fommad’ogni virtù,l’haucfle tanto aggrandita. Io fcguendo la liti gualatina, efpoli quella humiltà,non per virtù , ma per battezza, Non omnes arbufia iuuant, bumilefa mirica. Moftrai quello cfier il vero fenfo del Cantico.il cui originale Greco dice da T<™nV< Perfuadendoindi ogni noftra fiducia douereficr in Dio, & ninna nelle nofirevirtudi ; però che quanto più vili, &c piccioli fiamo, tanto più hauendo l’occhio a lui, fi degnaaffilfar (opra di noi lo fguardo della fua mifericordia, ilquale fenz’altro ci può far beati molto più, ch’Apollo non fa co’raggi fuoi tutte le campagne gio-iofe, & liete. LaDomenica terza,contra il vento d’Aquilone,fondai vna torre falda,& immobile,che non balli nè il credere,nè il fidarli in Dio. Mabifogna imitar Gicsù nelle buone opere, & con l’Epiftola di S. Paolo, depinfi Chrifto, come vn libro,all’eflempio di cui fi debbano emendare i libri delle confeienze noftre,per infiniti peccati tutti feorretti , a fine che quando fi apriranno il dì terribile del Giuditio , vedute tante mende , come pernitiofi , no» liano