9 LA STAMPA SPORTIVA i screto, saluto e rimonto verso le tribune. Credo d'intravedere il principe Borghese ; mi passa accanto e va oltre l'atletica figura del maestro Puccini accompagnato da un giovanotto. Sulla folla voriopinta dardeggia un sole implacabile ; il terreno arido della brughiera s'infoca. Ma ad nn tratto un personaggio, che provenendo dalle tribune s'avanza alla volta degli hangar, ferma la mia attenzione. L'ho di faccia a pochi passi e non posso ingannarmi. L'ho visto in persona nna volta sola, anni fa, al circolo degli artisti di Torino; in effigie, in più occasioni, oh è lui certamente. Allora in abito di serata, reduce da una lettura al teatro Regio, se non erro, era passato nel salone, vestito in nero, accompagnato da un codazzo di artisti e turiferari che gli facevano ala. Ne ricordo la persona azzimata dalla testa calva e dalla barba biondiccia in punta, la piccola statura, il portamento caratteristico, e mi sta presente il contrasto delia sua figura con quella del Bistolfi dai folti capelli neri e dalla barba mo-saica, e dal profilo cereo, e con qnel'a cupa ed energica del Camerana. E' il divo; l'imaginifico Gabriele D'Annunzio. Cosa viene a far qui? A vedere, a cercare impressioni. Pare che questo genere nuovo di sport l'appassioni, e più che l'insieme simpatico. Sarà questo l'aedo del nuovo sport ? Speriamolo. Ma un nuovo rombo, forte e vicino, richiama la mia attenzione. Mi slancio presso allo steccato, nella parte che deve aprirsi, per veder meglio. Dal rombo del motore si sprigiona come un senso di vita e di forza che eccita e sprona. Porse sui coraggiosi che s'accingono al cimento tal rumore deve produr l'effetto che una fanfara di trombe squillanti produrrebbe su un esercito di prodi, i quali schierati in ordine di battaglia, le bandiere al vento, attendano il segnale della pugna che li condurrà alla vittoria. Qualcuno deve slanciarsi a volo; il rombo continua, un violento turbine di aria m'investe; un simoun furioso mi assale: nn polverone rosso mi vien lanciato contro con tutta furia. Accorrono uomini: la folla si scompiglia: i cancelli dello steccato mobile si aprono. Il grande uccello ad ali tese ed irrigidite è entrato nella pista dell'areodromo. Chi è l'aviatore 1 L'hangar da cui è uscito l'a-reoplano ha le tende sollevate. Sul timpano triangolare sta scritto Rougier. Lo cerco cogli occhi e l'indovino. Eccolo là vestito da aviatore coi calzoni che si restringono fino a fasciare la gamba, bianca gli avvolge nna mano: nel camminare li direbbe che fatichi o che un piede gli dolga. E' lui. E' Blériot, non guarito completamente delle ferite incontrate nella caduta. Si ferma. L'aviatore appare giovane : ha naso aquilino, baffi castani lunghi, grossi e spioventi ; occhi profondi e dolci. La voce è gradevole ed il suo sguardo cortese. Ma una cosa è caratteristica in lui e mai non l'abbandona, sia che si lasci fotografare per la centesima volta, sia che ascolti nn seccatore, od assista ai voli di altro avviatore : la maniera di portare il berretto. D'ora innanzi portare il berretto... alla Blériot, vorrà dire, fare come l'illustre aviatore: ossia portare il berretto coll'ala della visiera anziché sulla fronte, dalla parte opposta in modo che essa vada a coprire la nuca. Questa foggia lascia più libera la visuale ; ed il berretto assume la forma di un tocco, cosicché Blériot visto dalla metà in su, in certi momenti può parere un magistrato giovane. In abito da passeggio piglia l'aria di un capitano di cavalleria in borghese. Ma comunque è caratteristica l'assoluta assenza di posa e la semplicità speciale negli atti e nell'abbigliamento. In tutto e per tutto contrario al divo che s'accosta mentre io... mi allontano. E poco dopo, quasi davicino mi è dato assistere ad un primo volo di © i. . »*-»eli © » VAvion Ader trasportato al Grand Palais. L'elica e il motore del monoplano Antoinette. l'automobilismo, cui, pare, s'è convertito dopo di averlo in principio visto con non troppo entusiasmo. Difatti, per quanto sollecitato, non ha mai, che io sappia, scritto una pagina sulle impressioni che si possono ritrarre quando si è sopra una potente macchina automobile lanciata a tutta velocità, mentre ha pure pagine stupende sullo sport del cavallo. Ma frattanto, in pieno areodromo, una curiosità da scolaretto mi prende. Mi fermo, lo esamino, lo lascio passare, e... l'insegno. Proprio così. Non è alto, ma ben proporzionato, di taglia snella. L'abbigliamento è assolatamente e per ogni parte impeccabile. Nel camminare leggero, ma senza fretta, pare che colla scarpettina, bianca come collo di cigno e slanciata come la prora d'una trireme, prema leggermente il snolo. Se lo si guarda quando vi cammina davanti lo direste un giovanotto di 24 anni e non un uomo della... mia età. Lo sorpasso e mi rivolgo. Indossa nn veston grigio; i calzoni bianchi da taglio soave non fanno nna grinza. Sotto il colletto gheisa sfugge la cravatta a righe lunghe in viola morente su camicia color cielo capo. Ha guanti grigio nube ed in punta della manica del bracoio sinistro una bianca fascia di commissario. Porta a tracolla una cinghia con cannocchiale, e sotto la cappellina sfugge nn volto ovale, incorniciato da una barbetta tagliata in punta, corta e biondiccia. L'aria del viso è mite, il portamento grazioso, ed nn berrettino in capo. Appena appena ho il tempo di scorgerlo che il motore viene incamminato. Un giro: due giri vuoti d'elica: poi l'albero gira vorticosamente. L'aviatore si solleva quasi subito in alto e fa il giro dei casali. Non 80 perchè ma mi par di vedere un uccello che scappi colla sua gabbia. Fa il giro dei casali, si alza, poi scende con leggerezza a terra. Un mucchio di persone circonda l'areoplano: dopo poco tempo l'uccellaccio dallo stesso Rougier vien riportato nel suo hangar. Perchè ? Non lo so. Il pubblico però lo applaude. Egli volge il suo tondo sbarbato, sorridendo mostra i suoi bianchi denti scintillanti, e saluta. Mi è vicino cosicché mi è dato osservarlo bene. L'anima latina traluce dal barbaglio vivo degli occhi che animano il suo viso rasato dai riflessi azzurrini e dal profilo romano; nn quid medium tra nn Giulio Cesare ed nn Vitellio, sormontato da un accentuato naso caprino. Grazie ad un'egregia persona posso entrare nel recinto tra i fotografi e cinematografisti più noiosi delle mosche. A sinistra, l'uno accanto all'altro, immobili, le ali aperte, scorgo tre monoplani. Nella forma di libellule riconosco i monoplani di Blériot. Ma l'aviatore? Lo cerco: quello? No, è nn giovanotto. Leblanc, l'allievo. Quell'altro? neppure. Ma nn nomo in quel momento esce di sotto l'hangar. E' vestito di un abito intero da aviatore, blen scuro. E' alto, ben fatto: una fascia Blériot. Pare che il motore non funzioni alla per fezione. Pure si slancia ed io lo seguo collo sguardo Oh che volo leggero, rapido ed elegante ! La libellula ampia e leggera naviga nell'aria e viene verso di noi. In lontananza le basi delle ruote di sostegno paion zampe pendenti, e l'illusione cresce. Mi riprende l'entusiasmo. Oh sì, qualcosa ragiona in me ; sì è quello il volo, il vero volo. Scompare l'impressione di un enorme giocattolo provata nel volo del biplano di Delagrange, lo scorso anno. Avrebbero ragione le mie deduzioni rimuginate tra me le cento e cento volte ? Sarà il monoplano la macchina dell'avvenire ? Se il biplano ed il triplano hanno maggior superficie sostentatrice, per contro offrono maggior resistenza al moto; essi abbisognano di aria calma mentre il monoplano potrà scorrere più veloce e sfidare i venti. Ho ragione? L'ignoro, perchè non siamo che agli inizii. Ma frattanto Blériot è sceso dopo pochi chilometri. (Oontinua). Ing. Emilio Marenco. Sportsmens ! Leggete tutti i giorni il giornale LA (STAMPA di Torino, che lia la più completa rnbrlca telegrafica di tntti i principali arvenimenti sportivi d'Italia e dell'estero. 66 Ida miglior Marca del Mondo 99 Agente per l'Italia : rvrr.Fs mario bruzzone ■ I LUUU IVI 11—AIM O - 5, Via Castel IVI oro no.