Col Commento volgare. Lib. I. 47 j tonis] di catone. Romulo fu il primo.Re to.córfero Cubito a la porta de la camera, 7 -che balletterò i Romani. la cui iftoria 10 c non narro,perche è diuulgatiilìma [quie tu Pompili regnùjqueftofu Numi Pompilio,che Cuccette a Romu- Regulum >& Saur 0$, animaque magna lo ne 1 Impe- ■pz-Ot/z’,T^w 'Paulum fuperànte Toeno, ito Romano . . _ • r • r r - fu di natione Gratus inflSni ^feram camana, 1 Sabina, e pia Fabrùìumque. Cua dottrina , efantimonia fu fatto dà Senatori Romani volontafiaméte Re di Romani,e tenne di corintio quel Regno per virtù de la Cua fatuità,e religione,in vna pace,e traquilli tà incredibile [Superbos Tarq uini falces] , quelli fatti eiano Finfegne de Tofcani; Se ’ ellendo dodici Re in Tottana,quando an dauano fuori ; merìauano Cempreinnazi a fedodicrfcrg&nitiq-ii-quali. chia ma-uà no littori,có cera falci di vincigli ad vfo di fa Cerna,doue eraùnciàttuno legata vna feti re, che quegli littori pèteomàdaméto del loro Re adoperauàno a tagliar la tetta a ' rei,hauendolo prima legato ad vn palo, e ’ battuto bene ignudo con quellebacchec tetta quale vfànza Tulio Ottilia ridutte in Rom a, che fu iI terzo Re, eh e hau c flero i Romani. Ma qui intéde per qiiefti falci il R eg n o di Ta r qu iti o, e lo c h ita ma fu p et bo;-perche quelloTarquino, clic fu il quinto! Re de Romani, vinfe i Sabini,e domò i La . tini, efpenfeillor no me. e per quello lo-chiama lùperbo, cioè, nobile, egloriofo. chi vuol veder quelle iftorie,legga Tijó Litiio. [Catonis nobileletum]Mar.co-Ca-tone, fecondo che ferine Ircio nel quinto libro de le guerre Africane , eflendoab guardia d’Vaca,accortoli,che gli Vticen-P fi fi voleuano dare a Cefare,e non potédo ' in verno modo perCuadergli, cheinfieme con ettolui difendettero la terrà, hàuédo dibgentiflì inamente allettato i fatti Cuoi, e raccomodato i Cuòi figliuoli a Lucio Ce fere, che era con lui per Queftore, s’ammazzò in quello modo . Ellendo andato à dormire, portò in camera di nattofto il pugnale,e có etto fi dette ne la gola.I Cuoi " di Cuora hauédo Centito non s.ò cheflrepi % egittatolain terra, il trottarono, che ancora non era morto, nè era anche ferita mortale, però il medico*, e i Cuoi fa milia* ri cominciato no a medicar*, lo, e falciargli la ferita i. ma egli come fu 8 vtti to de le Io e mani, mife le proprie mani ne la ferita, &animofam ere co ette fecc.quello, che haue.ua macato di farii pugnale . E p quello Orario chiama là* fu a morte nobile, lodandolo di fortez-za;inala vera fortezza,fecondo Arift.non cófifte ne l’ammazzarfi nel’auuerfità da 9 fe fletto,per vfeir di trattagli; ma cófifte in viuere ne trauagli, cerca do di Caperà Egli perche ogni huomo dà poco viueivolétic ri ne le felicità-,e nettano è,che no elegette piu tatto di morire ne trauagli, che ne lo bonaccie. però,ttcÓdo me,efsédo Catohe viutìto onoratamele ne le bonaccie ne la patria, doueua ne Cuoi infortuni cercare 10 di viuere per darle aiuto,e feei voleua met ter la vita per la patria, in qualche moda atta!rare il tiranno,& vcciderlo. Donde fa rebbepoi., tt ben futthttguitò la mòrte fua,rifullata facilmente la libertà dela pai tria . e,quefta-farebbe fiata vera fortezza. [referajio caterò„[Regulu m] Regulo.cioè M. Attilio [& Scauro] egliScauri [que]e ri [PaulujPaolò Emilio [prodigum]libérale [anima; magnar] de la fila grande anima, cioè,che volentieri morì perda’patria [fti-perantePoenoJfuperandoloil Cartagine-fe.cioè,Annibaie capitano de Cartaginefi. [que]e[Fabriciu]Fàbritio.cioè,ioderòan-i cora Fabritiò[gratus]io grato [infignica-moena]con lode mirabili, cioè,io grato lo 12. deròcoftoro mirabilmente [Regulù]qué*. flifu M,Attilio,perfbnafingularé ne la mij’ litia,di vita,ecollumi maraùigliofiflìmo» e Copra modo fedele, il quale eflèndo Generale de Romani ne la prima guerra trai Cartaginefi,ne andò in Libia có tre-centocinquanta legoi da combattere,e ri duttc a la diuotione delFImperio Roma- no