6 LA STAMPA SPORTI VA Da preferirsi sopra ogni altro prodotto: I velocipedi ATALA„ Guido GATTI & C. Milano • Corso Lodi, 50 A - (Riparto Gsmboloita). per pNEU latofflobiìi Agente per l'Italia: Mario Bruzzone MILANO 5, ¥la Castel Morirne. Saint- Yve«, vincitore del Dori y d'Ile Maratone disputatoti a N,w-iork il 3 aprile. Dal " Derby „ delle Maratone alla Nizza-Monaco Le due grandi prove d'America e d'Europa si seguirono con 24 ore d'intervallo, e cioè la prima ebbe luogo il 3 e la seconda il 4 aprile. La corsa internazionale di Maratona, che si è disputata ale* York, è terminata colla vittoria del corridore francese Saint-Yves. Sei concorrenti hanno preso parte alla corsa: Saint-Yves rappre- sentava la Francia; Dorando, l'Italia; Long Boat, corridore in- diano, rappresentava il Canadà ; Scrub, l'Inghilterra; Maloney, l'Irlanda, e Hayes gli Stati Uniti. La paitenza ha avuto luogo in condizioni atmosferiche assai sfavorevoli. Cadeva la pioggia a rovesci e la pista era ti amutata in un vero pantano. Aliatine delle prime quattro miglia Saint-Yves era alla testa. All'ottavo miglio il corridore francese era sempre primo, seguito da vicino da Dorando, Long Boat e da Serali. Maloney e Hayes venivano dopo, assai indietro. Saint-Yves ha tre giri e mezzo di vantaggio al 24° miglio. La partecipazione italiana alla grande corsa Nizza-Monaco (km. 18), Quando dieoi o dodici anni or sono incomincili il movimento sportivo podistico in questa Italia e sorsero i primi nuclei di società, le prime gare, rudimentalmente organizzate, non si aspi- rava già allora al rigoglioso sviluppo attuale, nè tanto meno lo si prevedeva così prossimo. . I corridori di un tempo si accontentavano dei risultati otte- nuti in competizione coi concoirenli locali o con quelli, rarissimi però, della provine a ; non fu clie a stento che si ottennero gli incontri annuali nei Campionati tra i rappresentan i le vane Pro- vincie ; e questa riuscita la si deve innegabilmente aliente su- premo Ghe alloia diligeva le sorti del podismo. ... Ma qui fu tutto. Le società annoverarono, è vero, valentissimi campioni che ottennero risulta 1 soddisfacentissimi ; sorsero anche presto le competizioni tra città e città; le gare di squadre at- trassero i glandi Clulis. Ma ciò non bastava ancora: gradata- mente i piccoli manipoli di un tempo generarono le falangi attuali dei podisti italiani ; si sconvolse l'ordinamento primitivo, si abbatterono le strettoie preesistenti, e le sorti generali affi- date ad altré persone, influenzate pure dall'andamento ed influsso moderno di rivoluzione ed evoluzione, si risollevarono. Conse- guentemente si ottenne un altio risultato; i nostri migliori cam- pioni poterono rivelarsi anche all'estero. Non soltanto più il campo nazionale li lia attirati, non bastarono più i soli spetta- tori delle nostre belle provinole. Si ceroò e si ottenne il plauso straniero Furono deboli apparizioni, tentativi arrischiati quelli dei nostri atleti alle Olimpiadi di Atene ; ma intanta li nome italiano era ormai conosciuto. Pietri Dorando aveva già trionfato, poco puma, in una Mara- tona a Parigi; cosicch) anche la discreta esinizione ad Atene dei nostri Torretta e Paglioni aveva impressionato l conoscitori. Gli esercizi sportivi attraverso i tempi A torto si crede che gli esercizi, i giuochi sportivi siano solo un portato dei tempi moderni, o appena si vuol ammettere che abbiano avuto la loro esplica- zione al tempo famoso dei Greci. Invece essi si ma- nifestarono in tutte le epoche del mondo, natural- mente non in modo sempre uniforme e completo; anzi non solo presso i popoli più civili, ma pure presso gli antichissimi nomadi, presso l'uomo primitivo, ed, in un certo senso, anche presso gli animali. Non è qui mia intenzione fermarmi a lungo su tale soggetto, data la sua ampiezza; voglio soltanto di volo toccare le varie epoche umane e rammentare i giuochi pre- feriti dai varii popoli, giuochi che per avere nna qualche attinenza allo sport, si possono ben deno- minare giuochi sportivi. Questa mia specie di rassegna sarà giudicata non da tutti benignamente, o, forse, detta inopportuna. A mia discolpa prevengo che non sono il primo ad aver trattato tale argomento; poiché di me molto superiore, stimato e conosciuto, il Ge- rolamo Riccardo ha persino edito a Genova un bel libro: Feste, giuochi e spettacoli dal quale ho avuto un potente sussidio iiell'acciugermi al mio còmpito. Il bisogno dello sport, del divertimento è innato nell'uomo; anzi più generalmente lo possiamo chia- mare un bisogno della natura animale. E fra gli animali stessi appunto osserviamo feuomeni singolari, come quando gli Scimpanzè negri si radunano nelle foreste e fanno una sp. eie di musica selvaggia, bat- tendo sopra pezzi cavi e sonori di legno con rami d'albero che stringono nel pugno. E danza delle pernici e dei fagiani non è forse chiamata dai cacciatori quel siugol re trastullo in cui gli augelli assumono varie attitudini, saltando ora a manca ora a destra, con alterna vicenda? La lotta, il salto, la corsa, la nata- zione, tutti gli eseroizi ginnici trovano il loro rudi- mentale riscontro nelle abitudini degli animali : piccoli galli si slanciano l'un contro l'altro in simulacri in; nocui di combattimenti; nelle vergini foreste i cavalli s'inseguono, si sfidano scambievolmente al galoppo; gli insetti stessi, le formiche, fanno tra esse lotte ed esercizi, come afferma ì'Huber, il paziente e sagace osservatore dei costumi delle formiche. L'uomo selvaggio la consistere i suoi divertimenti, il suo sport, in altre parole, nella danza; che anzi, per quei popoli non è la danza un divertimento sol- tanto, ma prende parte in ogni grave emergenza della loro vita pubblica e privata; tra essi poi il concetto della danza va talmente associato a quello della lotta, che il primo è spesso la fedele immagine del secondo. Al pari della danza sogliono essere tra i popoli pri- mitivi pregiati gli altri esercizi corporali atti a porre in mostia la forza, l'agilità, la destrezza: la caccia, la pesca, il nuoto e i giuochi equestri sono gli esercizi sportivi dei Polinesi, degli Araucani e dei Patagoni. Risalendo ad una civiltà notevolmente più avanzata, potiò accennare agli Ebrei, il cui divertimento mas- simo, poco sportivo però, era il teatro, che si ran- nodava con stretto legame alle loro credenze ed opi; nioni religiose; agli Indiani, che nella scelta dei giuochi (che allora rappresentavano appunto lo sport) trasfusero quel genio di paziente tranquillità e assidua meditazione che forma il distintivo di tal razza Non è al bramino Sirsa che va concessa la gloria dell'in- venzione del giuoco degli scacchi? Ai Ci- nesi ed Orieu'aii in genere, cui la passio- ne del giuoco e sem- pre stata eccessiva ed ai quali s devi no le gesta meraviglio- se dei prestigiatori. Ma lascio subito l'Oriente alle sue superstizioni e giuo- chi di magìa, che troppo lontanamen- te accennano allo sport, e passo a più importante popolo, il Greco, che oltie ad un territorio pie- no di naturali condi- zioni di mirabile ef- ficacia, poteva ag- giungere lo t-quisi- tissimo senso del bello, i pubblici isti- tuti e costumi, una storia piena di glo- rie e di eroi e di poeti degni di can- tarla , e narratori degni -'i tramandar- ne di secolo in secolo ti te.i'io! Devo forse ricordare i numeio- si giuochi sportivi dei Greci? Gli Olim- pici 1 l'izii. i N- mei, gli Istmici? Questi non usciranno mai dalla memoria degli nomini, inaino a che duri il cullo della classica antichità. Noi che viviamo in mezzo ad un'età in cui le p ù ricche fonti di entusiasmo sono quasi inaridite, privi di quell'ar- dente ed insieme delicato senso del grande e del bello che animava i petti dei contemporanei di Fidia, di Sofocle e di Pericle, ci facciamo a stento un'adeguata idea di quegli ani- mati giuochi, nei quali innumerevoli moltitudini assistevano dapprima al fumo dei sacrifizi, indi palpi- tavano, divise in partiti, al tronfo dei corridori, degli atleti, e sentivano ora commossi le odi di Pindaro, ed ora, maravigliando, i ìacconti di Erodoto che strappavan lagrime di sublime invidia al giovinetto Tucidide! Che potrebbero ancora dire gli odierni campioni al pensare che in tali famosi giuochi sportivi non si dava ai vincitori che nna semplice corona di ulivo selvatico nei giuochi Olimpici, di alloro nei Pizii, di appio verde nei Nemei, di prezzemolo secco negli Istmici. ed nn vaso di olio sacro nelle grandi Pana- tenee? Ciò è di un grande insegnamento: che, cioè, le nobili azioni sono premio a se stesse, e che la sola ricompensa che devono ambire i magnanimi è l'onore. E' presso i Greci che sorsero i ginnasi, dove oltre, ai priuc pali esercizi che vi si facevano sotto la dire- zione di pubblici ufficiali (come la danza, la lotta, il pugilato, la corsa, il salto, il tiro del disco, del gia- vellotto) si praticavano ancora privatamente l'equi- tazione, il nuoto, il funambolismo, le finte pugne, ecc... Quale mirabile, armonico effetto dovevano produrre sn tutte le potenze morali e fisiche dell'uomo quei giuntisi, da tutte le arti abbelliti, ornati delle più splendide creazioni dell'umano ingegno! Le pareti erano ornate dalle più vantate pitture di Zeusi e di Apelle; la divinità tutelare del luogo, che per lo più era Apollo, vi contava statue, opera dei più insigni scultori ; lunghi intersecantisi viali conducevano a giardini e selve, sotto le cui ombre ospitali sedevano conversando i filosofi ed aggiravansi i più illustri cittadini. Iu una sala i giovani si addestravano alla lotta od al pugilato, mentre nella sala vicina facevasi udire la voce di Aristotele o di Platone. Felice quel popolo presso il quale e l'educazione fisica e la mo- rale era giunta a tal segno! C Continua). Mario Nicola. Dorando, in questo momento, sol-passa Schrub. Al 25° miglio Schrali - con gran,le delusione degli spet- tatori - stramazza di fatica al suolo, ed è trasportato fuori della pista. Saint-Yves guadagna facilmente. Dorando riesce se- condo, Hayes terzo, Maloney quarto. Saint-Yves ha compiuto il percorso in ole 2,40'50" 3/5. Il 6uo tempo, per lo prime otto miglia, era stato di 46'35"2/5; per le prime ventuna di ore 2,26'38". La grande prova europea si* ò svolta domenica, 4 aprile, sul percorso Nizza-Monaco, km. 18. Ottantatre furono i partecipanti. Fra essi si notavano i rappre- sentanti dell' Agamennone di Milano, dell' Atalanta e del Club Sport Audace di Torino. Seguivano i corridori i membri del Comitato organizzatore e le rappresentanze della stampa. Nessun incidente avvenne dinante la coisa. Sulla piazza Santa Devota, a Monaco, arriva primo Bomn,. campione di Francia e secondo nel cross-country internazionale d'Inghilterra, in ore 1,6'17", precedendo di poco Yen il, del Racmg Club di Francia, il quale impiega ore 1,9'35". Seguono: 3 Terr.s di Mai sigila, 4. Fillàire di Farigi, 5. Giovanoli di Mi- lano, 6. Fiasohini di Omegna, 7. Fanty di Nimes, 8. Cattro di Torino, 9. Giordano di Torino. Seguono poi cinquantatre altri arrivati. Il Bacing Club di Francia guadagna il challenge René Olbvier: 2. il Club Atletico di Marsiglia: 3. lo Sporting Club di Vaugirard: 4. il Club Sport Audace di Torino, , . ., Il torinese Cattro aveva vinto la domenica, antecedente il Criterium Torino-Stnpinigi e ritorno. Bouin, campione di Francia, vincitore, domenica 4 aprile, della gran corsa podistica Nizza- Monaco. mmm MSr»; stSSSifiS