DOMENICA II. DI QVAR. DELLA CANANEA. Io folo percofiò dalla tua fcommtmica?e folo alieno dalla partecipa tione delle tue mifericordie?Per tanto; Signore aiutami.Che rifpon-di tu Signor mio a quelle cofe?Oue è la moltitudine delle tue mife-ricordie/opra me folo non uengono.Signor mio Giefu perche quello a me? A tal che pare,che rifponda qualche uolta quello, che dille alla Cananea,che perfeueraua orando. Ssjon è bene torre il pane de* figliuoli, e darlo a'cani . Quella rifpoIla don ea offender grandemente la donna,poiché non folo non l’elfaudifce, ma di piu la chia-chó io ma Cagna.e’ uolle dirle con quello nome,che l’hauea la natura e’co chiamale fiumi de’cani. Il canee un’animaleinuidiofo,rapace,uorace,cupido la Cana-- e iracondo,i quali uitii trouandofi ne Fhuomo,lo fanno cane . Che nca Cane che farai tu percofìa daquefla ingiuria ? oue ti uolterai? da chi domandava! aiuto?Primamente egli non ti rifpofe, indi ti ri-fpofe acerbam ente (eh e importa tanto) ti troui ingiuriata con que-fìonome?Di modo cheperfeuerando non profitti, anzi quanto piu feguiti fai la tua caufa piu grane. Fratelli per quello fi trouano affai, che affermano ch’una tal durezzaiifàta qualcheuolta contra di noi fia fegno de l’ira di Dio,e della riprobatione, delche molto fi con-turbano:Credendofi che Iddio non gli ami,e che ributti le preci loro,come di nimici.Moffo lob da quello di He querelandoli: Io fon di-fperato,enon uiueròpiu. & altroue: Egli m'ha tolta la fperan^a, come, da un'albero tagliato. & il Profeta R egio. Signore perche ti fei adonta nato? mi difpre^ne bifogni, nella tribulatione. & ancora altroue. Signore,perche ributti tu la mia oratione,eriuolgi da me la tua facciaìMz la Cananea fapendo il procedere di Dio,non folo non fi turba,ma co lob. 7. maggiore inflanza,pigliaoccafione di di re. ^«37 ècofi Signore, Impe lob.19. roc}}e 1 cagnuolimangiano de minu'^goli che caggiono dalla tauola del Si-l'9' ^or/oro.Quafi dica. Egli è cofi di certo. La parola del mio Sign.mi diuenti un facrificio.Tu mi chiami cane,& io non fono il cófeffo, ne ancor acconfento d’efìer cagnuola.Nó mi uoler dunque negare quel lo,che fi dà a’cagnuoli. A cagnuoli non fi niegano li feomuzzoii, che caggiono dalla menfa del padre loro. Per ilche riuerifeo i Giudei co me mlei padroni,e li riconofco per tali,e cófcfio d’effer la lor cagnuo la.Da dunque loro,o Signore alla tua menfa il pane intero, eporgi a me,come a cagnuola li fcommuzzoli,che cafcanoin terra.Non po te il Signore celar piu lafua mifericordi a,maleparlò con unauoce pienadìcompafsione,ediffe.