FERIA Illi. DI QVARESIMA. ciafcheduno da per fe è atto à dannarli ? Però fe tu non farai danaro come hipócritò, farai dannato cóme fornicatore, ò come auaro, ò co Molti peg me fupcrbo, e finalmente come difpreggiatore della legge di Dio. gioi i dei- Perche cofa è piu illecita, e bruttatile guardandoti dalia hipocnfia, li hipocn pacc j pOi buffone : elfendo che, chi ti comanda che tu non facci la tua giuftitia alla prefenza de gli huomini per effer lodato, ti comanda ancora . Cofì riluca la luce voflra alla prefien^a degli buomini, acciò Hèggbiw l'opere vosìre buone,e glorifichino'ilTadre vofiro,cheèbiciclo? Altracofa è far le buon’opere per effer lo dato, & altro acciò fi glori fichi l’autore del tutto. Ilche come fi poffa fare,leggi Gregorio: Talmente l’opera fia in publico, come l’intentione è in fegreto : à fine che noi diamo al prosfimol’eflempio della buona opera, e la gloria à Dio,che fe li conniene .Perche in quella guifa,che peccano grauif-fimamente coloro,che viuendo malamente fono occafione che Dio fia beftimmiatojcofi fon degni di grandisfima laude coloro,che col ben viuere fanno glorificare Dio. Di qui venne, che gli animali di Zechiele nò folo pareuano fuoco di carboni ardenti,ma ancora haue nano l’afpetto come di lampade. Gli huomini buoni fono carboni Animali ardenti, che fanno lume afe ftesfi,& ancor lampade, perche riluco-chiciTdi- no à gli altri; dentro nel cuore carboni ardenti, e fuora lampade chia chiaratL rc difantità. Quello dimoftrano parimente le due tauole della legge intagliate ambedue dal dito di Dio: Significandoli per quello, che quella legge non folos’haueua da olferuare con lafincerità de l’animo, ma difuora etiandiocon le opere buone. Dunque non fia,chi pigli occafione da quelle parole diChrillo di viuere piu licei! ìiofo, e di fare il buffone, ma piu predo fi rifolui àriceuere talmente che fuggendo l’hipocrifia, dia effempio di uita e di modelli a Chri-ftiana. Però udendo il Signore, che noi ci ungiamo il capo,e latriamo la faccia, intendeua che noi fuggisfimo la uita finta,e fuperfiitio fa, e che noi attendesfimo alla vita modella: a fine che digiunando con quefta regola, digiunasfimoà honor di Dio, ene riportasfimo il fruttto. d Fratelli quelle cofe appartengono a coloro, che fi fon determina ti a far la Quarefima integramente. Ma che fi debbe direà quei, che guadano ogni giorno lenza necesfità quefti fanti digiuni ? nè vo gliono patire in quefto tempo accettabile alcun difagio ? Io non fo che mi dire di quefti limili. Perche qual cofa è piu indegna che per • un poco di cena incorrere nel peccato mortale ? Chi fi marauiglierà comideranao Efau, che vendè la primogenitura una piccola mine-lira,