LA S1AMPA SP 0 Eli VA 7 Bisognosi. Ma quello c'è: è il pubblico che getta le scarpe, che urla, che strepita e che paga. Così la compagnia è al completo, e può presentarsi a ricevere le buccio di arancio e gli improperi del pubblico. Perchè, in fatto di educazione sportiva, i popoli latini battono il record. La partigianeria drizza alte le sue bandiere ed eccita magari a scendere in campo gli spettatori di una partita di football per regolare la partita a pugni; se un disgraziato ha la pessima idea di reagire, una forza contraria lo riduce a dovere, e magari gli insegna brutalmente che col cervello della folla non si può ragionare. Ho assistito a delle corse di motociclette in pista : quale urlo briaco di ebbrezza e di vio- permettergli di fare il Dorando, nonché il Pietri... E mi affretto a firmare. Ah, di nuovo un ringraziamento all'uomo scalzo e claudicante. Amico lettore, è giusto. La riconoscenza innanzi tutto. Mi ha dato modo di riempire una colonna di stampa... Giovanni Croce. l'abbraccio vi fn dolce e quasi materno, la vita nel suo seno vi fu amara di disillusione e di sconforti. Poi che, sommando tutte le piccole invidie ai piccoli odi, le grandi sconfitte e le poche e grame vittorie, cadendo, rialzandovi insieme con il partito, voi conosceste quella battaglia quotidiana di anime e di spiriti, delizia di un giornalista novellino, che fu definita con quattro parole : La lotta di partito... Ma se i ricordi sono il pane dell'anima, non conviene abusarne : anche il pane può recar gravi disturbi all'apparato digerente. Di tutte queste lotte si potrebbe fare una lotteria ad uso e consumo delle famiglie con relativa pressione di piede a quello della signorina che ci fronteggia con la cartella della tombola fra le mani aristocratiche... Qui si parla invece di vera lotta; di quella lotta greco-romana che, prettamente latina, si traviò all'estero in boxe in jutsu-itsu ed in tutte quelle forme anglo-americane più brutali e più terribili. La divina armonia del corpo, dalla nuca al tallone, si palesa in modo pù evidente che non in qualunque altro sport che richieda la nudità del corpo : sul collo quadrato quasi dalla compagine dei muscoli, s'alza una magnifica testa di giovine dal netto profilo latino; dagli omeri scendono con ritmica snellezza le braccia poderose; il torso è meravigliosamente eretto sul bacino, dal quale profilansi le gambe massiccie e lisce che pur conservano la linea armonica degna di Fidia. E tutta questa splendida macchina di muscoli, di tendini, di nervi, alimentata dal sangue, pervasa da un soffio vitale, s'incurva, si piega, si distende, scatta col guizzo fulmineo di una molla d'acciaio nel magnifico accoppiamento coli' altro campione che la sta fronteggiando. In questo superbo agone si palesano i muscoli, guizzano masse armoniche di carne compatta, ansimano e si sollevano poderosi toraci, scuotonsi teste leonine, si stringono mani che hanno dell'artiglio il brivido di vittoria. Intorno grava il silenzio degli uomini e delle cose; la taciturna ora è rotta soltanto dal folgorìo del sole che avvolge in un nimbo d'oro ogni umana e disumana parvenza, quasi a renderla immortale. Sembra che un divino e pagano olocausto si compia da quegli uomini che paiono agitati da poderose mani invisibili: in un angolo un uomo guarda con nelle pupille il raggio dell'ispirazione e nella fronte la sottil ruga dell' atto creativo. Quell' uomo è grande; ma nessuno lo guarda, benché si chiami Prassitele... * * * Realtà, cruda realtà, perchè ti hanno lasciata signora crudele dello spirito? Ah, se l'espressione è retorica, la verità è più dolorosa. Dove, in questi uomini che si avanzano alla ribalta, la suprema armonia delle forme ? Dove, l'alto silenzio, rotto dal sole e dall'ànsito dei toraci? Dove la bellezza e il ritmo della linea scultoria? E' vero. Il fumo delle immense ciminiere degli stabilimenti trustici ha rese opache e bruttate le statue di marmo; il professionismo ha reso ogni manifestazione sportivamente libera uno spettacolo da fiera e da sagra campestre; cadono i vecchi gloriosi altari coi loro idoli, e su di nuovi Mercurio col cadùcèo, dio dei ladri e del commercio, agita le sue alette per la corsa vertiginosa verso il progresso. Esaminiamo un momento questa massa di carne umana dalle forme esageratamente sviluppate; ascoltiamo i rumorosi commenti del pubblico, e poi giudichiamo, o più tosto lasciamo giudicare dalla nostra coscienza sportiva. Lo spettacolo avviene sul palcoscenico per mezzo di una troupe di lottatori stipendiati ; ora, uno spettacolo consta di diverse parti, che in gergo di guittalemme chiameremo ruoli. Perchè il pubblico si diverta occorre una varietà di tipi e di figure. In tema di lotta, siamo ritornati alle vecchie commedie di canevaccio. Il tiranno- potrebbe essere benissimo rappresentato da Pietro II il basco, oppure da un Schackmann ; l'arlecchino da un negro, che scusa il suo colore uniforme con l'esoticità della lingua; la madre nobile dà un vecchio lottatore esperto nell'arte di baciare il tappeto con le spalle ; Florindo dal cobi detto campione del mondo; Rosaura da un novellino dilettante... Mancherebbe soltanto Pantalon de' L'ultimo ritratto di Pietri Durando. lenza gittava la massa multanime al passaggio di un motore rombante ! Quell'urlo altro non era se non il portato della educazione sportiva... Non ancora è giunto il tempo per Monsignor Della Casa di compilare un trattato nel suo mellifluo e compassato stile ad uso e consumo del nostro pubblico indisciplinato. Ma il pubblico nel suo insieme è sommamente puerile, e dell'infante ha tutti i difetti e le poche qualità: bisogna, oltre a renderlo esperto in ogni manifestazione sportiva, creargli una coscienza sportiva, infondergli una educazione sportiva. E la coscienza gli darà il giusto giudizio ; e la educazione gli darà il freno; e... Basta, per carità. Paolo Sègneri in sessanta-quattresimo depone la penna, proponendosi di ritornar sulla coscienza sportiva in un prossimo articolo. » Trattandosi in questo di scarpe, mi accorgo che la scarpa ideale è troppo stretta per contenervi anche la coscienza sportiva. Scarpe e piedi: è un argomento, come diceva il povero Gandolin, che va da sè. Ma non bisogna DORANDO RIVINCE Dunque, una prova ancora noi abbiamo della invincibile, indomabile, adamantina energia latina. Da San Francisco, dalla magnifica e disgraziata metropoli americana dell'Oceano Pacifico, il telegrafo ci ha recato, giorni sono, la buona nuova che ha saputo dare nuovi fremiti d'entusiasmo alia nostra orgogliosa anima nazionale,da gran tempo ormai ben usa ai trionfi, in ogni campo dell'umana attività. E a noi, che tempo fa versammo in queste pagine il nostro improvviso rammarico per il minacciato malinconico tramonto del nostro semidio podistico, noi che fummo portati dalla sconsolatezza subitanea a dettare frasi non certo eccessivamente lusinghiere per « l'ex Dorando che, come un tenore sfiatato — scrivevamo — porta per il mondo la decadenza del vero Dorando », sia lecito, ora, in sincera e aperta prosa fare pubblica ammenda del nostro impulsivo peccato di sconsolazione. Chi scrive ignora i particolari del tragico duello Hayes-Pietri. Sa soltanto che Dorando ha vinto ancora, come una volta, e che alla magnifica corona che gli redimisce la giovane fronte vittoriosa si è ora aggiunto un nuovo ramoscello di lauro americano. Lode a lui, come a chi, destandosi improvvisamente da un lieve torpore che sembrava l'atroce sintomo di una prossima inevitabile fine, destandosi da un breve sonno che lo aveva gettato nel campo ambiguo della mediocrità, con un meraviglioso, virile, eroico gesto risale, temuto e terribile, sull'altare di gloria cui i mille idolatri avevano imparato a bruciare, nei giorni migliori, incensi angurali. Noi troppo lo amavamo, e come tutti coloro che troppo amano, troppo temevano per lui. E all'annunzio della sua sconfitta londinese il nostro cuore ne tremò come per un' amara delusione, come per un colpo atroce del destino, come per un'ingiuria che chiama vendetta. Non sapevamo adattarci all'idea di veder abbattuto nella polvere dei vinti l'uomo schietto ed energicò cui noi più volte avevamo affidato in lontane terre straniere, oltre Alpi ed oltre Atlantico, l'onore del tricolore, il decoro sportivo della nuova e più grande Italia che continua nei secoli le sue eterne tradizioni di vittoria. E cercammo in fondo al nostro calamaio le note più amare per celebrare tristemente lo sfiorire precoce d'un nostro sogno epico. Ma ora che ci giungono gioiosamente gli echi delle folle americane osannanti al nome sonoro del nostro piccolo e grande campione, noi non possiamo che unire la nostra voce trionfale che d'ogni parte si leva per il trionfatore di San Francisco. Dorando — nuovo Colombo redivivo — ha conquistato l'America d'un tratto e, quel che a lui forse più d'ogni altra cosa importa, l'amore e la gratitudine dei fratelli d'Italia, che in lui pongono le loro migliori speranze. # » * E il significato della nuova vittoria è mirabile. Chi non sa l'entusiasmo sportivo delle folle americane ? Là l'amore dello sport penetra ovunque, invade i campi di ogni attività, si insinua in ogni classe sociale, conquista ogni età, ogni sesso, e fiorisce maravigliosamente, determinando una indiscutibile superiorità fisica e morale della giovane razza che, propaggine della stirpe anglosassone, in pochi secoli si è arditamente messa a capo della marcia gloriosa dell'umanità verso i fastigi del progresso. Nella superiore America l'organizzazione e il movimento sportivo han ormai assunto l'importanza di una benefica funzione sociale, a differenza di quanto avviene nella cosi-detta decrepita Europa, ove spesso e volontieri si fa dello sport molto platonicamente, troppo platonicamente. * * ^ ■l^m ^ ^ Guardarsi dalle Innumerevoli contraffazioni. Esposizione Internazionale Milano 1906 — FUORI CONCORSO — MEMBRO DELLA GIURI'A~