LA STAMPA SPORTI VA 8 Il Giro d'Italia: Durante l'ottava tappa (Bologna-Ancona). — Al controllo a firma di Bimimi. I corridori attendono di riprendere la corsa dopo i tre minuti di neutralizzazione. (tot. 8. Bouilazi - Binimi). A salvare la situazione giunse in buon punto il sollecitato intervento st affioro, con dei nomi reputati di campioni francesi. Ma anche l'anno scorso, come quest'anno, le giogaie dell'Abruzzo furono fatali alle équipe» anche meglio organiz- zate, e Napoli non vide così che una schiera di concorrenti, selezionata dei campioni più quotati nel campo internazionale, e scomparire delle équi- pe» che avevano lottato a pochi punti di distanza con quella che doveva poi trionfai e de] il Giro d'Italia, compiendo le ultime tappe più come pas- seggiata che come corsa. e II Giro d'Italia di quest'anno, coi suoi cento iscritti e 89 partenti, prometteva in sull'inizio una serie di gare movimentatissime, jeichè in campo erano scese le migliori équipes delie grandi Case italiane. Ma un errore di principio degli organizzatori impedì la realizzazióne di queste speranze del mondo sportivo. L'errore fu quello di avere rese più lunghe, faticose ed as .re le prime tappe, dimodoché, ad un quarto solo del grande raid ciclistico, già una buona metà di concorrenti, e fra i migliori, ri- mase selezionata. Le belle strade del merid. onale comi letarono l'opera selezionatrice delle forze già esauste della trentina di corridori superstiti alla gran prova. Le ultime tre tappe del III Giro d'Italia avranno insegnato ag i organizzatori se a giustificare il santo amore dei fratelli del nord per i diseredati del sud sia sufficiente e sia umano far percorrere a dei poveri giovani, che non hanno altro torto se non quello di essere dei ciclisti professionisti, delle cent naia di chilometri sotto il solleone che incombe, coli'arsura che stringe alla gola, per l'assoluta deficenza di acqua su strade per le quali la manutenzione è un mito, su salite e di- scese capaci da sole a costituire una corsa a sè delle più faticose, e non una delle ultime tappe di un giro ciclistico d'Italia. Per la qualità e per il numero di queste im- mani ultime fatiche, altri disgraziati, forse fra i meno resistenti e forse fra i meno fortunati, sono scomparsi dalla lotta. ItEJ x\A-ZAi\ARMM - Milano - Vii Andra Solvi, SS TR J^FLi: O JT'A.JSr.A.T-AT per Automobili F^J^T^LUZ ed. articoli <3± lampisteria per Ferro-vie Primi Premi a tutte le Siposmeni Diploma d'Oserò alla letta àstomebiM Milaso 1906, grand Prix Bruitile! 1910. Grand Prò kmz Ijrei, Ili. Gaietti Darlo, vincitore del 3° Giro Ciclistico d'Italia. Lauro, Rovigo — 23. Massironi Andrea, Milano — 24. Cajoni Mario, Milano — 25. Scarpetta Giov., Lonato. L'nndecima tappa : Bari-Napoli vide al traguardo d'arrivo, che era stato anticipato a Torre Annun- ziata : 1. Sivocci Alfredo di Milano che impiegò a co- prire il percorso di km. 335 ore 14 e 15 minuti con una velocità media oraria di km. 23,508 — 2. Sala Enrico, di Milano, a mezza ruota — 3. Ga- ietti Cario, di Milano — 4. Rossigooli. G-ov., di Pavia — 5. Gamberini I., di Bologna — 6. Santhià Giuseppe, di Cavaglià — 7. Brizzi Gino, di Roma — 8. Óontesini Giuseppe, di Mantova — 9. Osnaglii Cesare, di Milano — 10. Beni Dario, di Roma — 11. Pavesi Eberardo, di Milano — 12. Oriani Carlo, di Milano — 13. Vertua C., di Casalpusterlengo — 14. Gerbi Giovanni, di Asti — 15. Bordin Lauro, Rovigo — 16. Bolzoni Gaetano di Pavia — 18. Za- vatti Attilio, di Forlì — 18. Pratesi Ottavio, di Livorno —19. Dilda Gius., di Brescia —20. Mas- sironi Andrea, di Milano — 21. Gajoni Mario, di Milano — 22. Corlaita Ezio, di Bologna — 23. Ro- botti Michele, di Torino. La dodicesima ed ultima tappa : Napoli-Roma (km. 266) diede l'esito seguente: 1. Corlaita, alle ore 15 — 2. Rivocci, a 3 lun- ghezze — 3. Beni, ad 1 lunghezza — 4. Pavesi, alle 15,15 — 5. Sala, ad 1 macchina — 6. Gaietti, id. — 7. Gamberini, id. — 8. Zavatti, alle 15,30 — 9. DUda, ad una macchina — 10. Rossignoli — 11. Oriani — 12. Vertua — 13. Bolzoni — 14. Santhià — 15. Rotondi — 16. Brizzi —17. Os- naghi — 18. Gerbi — 19. Bordin — 20. Pratesi Sipra: Il ritiro di Petit B'eton durante la penuH'ma t'ppa. Il campione francese giunge a N poli «n automobile. — éktto: I vincitori dell'unoie.es,ma tappa. 1. Sivocci. 2. Sola. (Fot Bayon - Napoli). — 21. Foglio — 22. Massironi — 23. Gaioni — 24. Contesini. * * Il terzo Giro d'Italia è finito e fra qualche set- timana nessuno ne parlerà più, salvo colo o i quali commenteranno i fervorini sul corridoio X e della marca Z che le rivisto sportive e non, recheranno ancora nel posto d'onore delle pagine destinate alla pubblicità. Questo subitaneo affievolimento di entusiasmo anche nell'eco immediata a pochi giorni di distanza dalla gara ha il suo significato. Il Giro d'Italia, vuoi per la geniale abilità con cui fu lanciato nel primo anno, vuoi ner la novità della cosa, aveva sollevato nel 1909 un'onda di entusiasmo e di interessamento vivissimo. I pro- tagonisti della grande rendonnée percorsero tutta la penisola, od almeno quella parte compresa nell'itinerario della gara, fra una siepe di popolo plaudente e sotto nn getto di fiori che avevano il duplice significato di incoraggiamento alle fatiche dei concorrenti e di tributo di lode agli organiz- zatori, L'entusiasmo raggiunse dei momenti non facilmente descrivibili. Ma a Giro fluito, quando il pubblico comprese che la gara, più che una vera ed onesta competi- zione sportiva, era stata un concorso industriale, à la guerre... comme à la guerre e che a condi- zioni disuguali avevano lottato i concorrenti, al- lora gran parte della simpatia per la gran gara cominciò ad affievolirsi, sì che allorquando venne lanciato e disputato il secondo Giro, esso venne accolto con assai meno entusiasmo del primo. Giovanni Rossignoli, di Pavia. 2° della classifica generale.