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20	LA STAMPA SPORTIVA
La folla all'arrivo dei professionisti.	(Fot. Argus^ Photo-Reportage - Milano).	L'arrivo di Giuseppe Azzini.
I campionati ciclistici italiani
ti I resistenza
(Dal nostro inviato speciale).
Seguendo i professionisti.
Nella notte e nella nebbia.
E' ancora notte quando suona la sveglia pei
corridori, sparsi nei varii alberghi di Alessandria.
La tenebre sono poi ancor più infittite dal neb-
bione che in qaeste terre accompagna normal-
mente il venire dell'alba.
In breve ogni albergo della città si anima
della vita febbrile di gruppi di giovani corri-
dori il cui primo pensiero, appena aperti gli
occhi, è quello di rifocillarsi, di dar carbone alla
macchina che fra breve si metterà in funzione
e poi di dedicare brevi ma intelligenti cure alle
biciclette apprestate allo sforzo imminente.
Alle 5, 30 i primi ciclisti cominciano a sortir
sulle strade, e nella notte si chiaman forte per
nome, per riconoscersi e trovar la strada che
conduce al luogo fissato per il ritrovo.
In breve, al palazzo di via Pontida, sede del-
l'U. V. I., è un affollarsi di corridori, freddolosi
nelle leggere magliette che qualcuno, più previ-
dente, ha... prolungato fino alle caviglie, indos-
sando un paio d'autentiche mutande !
Verso le 6 l'ampio scalone che dà accesso ai
locali superiori dell'Unione Velocipedistica è
già trasformato in una specie d'accampamento
dove i primi arrivati han preso posto, accocco-
landosi l'uno vicino all'altro, come a proteggersi
dai rigori della mattinata autunnale, e attendere
calore dalle scarse e rossigne lampadine elettriche
che illuminando l'ambiente, dànno dei riflessi
strani alle carni dei corridori, lucide di lozioni
vegetali, ed olenti di imbrocation.
Intanto, su nella sala di direzione dell'U. V. I.,
viene sorteggiato l'ordine di marcia delle vetture
che seguiranno la corsa al servizio delle varie
équipes.
Il sesto ed ultimo posto tocca proprio a me, o
meglio alla vetturetta Peugeot su cui mi volle
ospite la... inesauribile cortesia dei signori fratelli
Picena.	. .
Poco dopo le ore 6 i dirigenti dell'Unione ini-
ziano l'appello dei concorrenti alle due categorie ;
sono all'incirca 130 corridori che, una volta inco-
lonnati, si mettono al seguito delle automobili e
si avviano, nella notte e nella nebbia, per tre
chilometri di strada faori della città, al tra-
guardo di partenza, ove giunti, i professionisti bì
rinserrano preparandosi al via, mentre i dilettanti
sostano, nell'attesa di partire, come per program-
ma, un quarto d'ora dopo i fratelli maggiori...
Inizio velocissimo - I primi incidenti.
Dopo un ultimo appello fatto dal geometra
Bobbio, l'infaticabile segretario dell'Unione, i
34 professionisti partono alle 6,35, scomparendo
tosto nella nebbia che ci nasconde totalmente la
strada e le circostanti campagne.
L'inizio è velocissimo, e lo arguisco dal fatto
che, per quanto si corra con la nostra piccola
automobile, mai si giunge a scorgere il gruppo
dei corridori.
L'arrivo di Dario Beni, vincitore del campionato italiano di resistenza (professionisti).
(Fot. Argus Photo-Reportage - Milano).
Ma ad un tratto, nella mattinata fredda ed
opaca per il nebbione che incombe, ci giunge un
grido confuso e delle voci di « ferma... ferma »
dalle automobili che ci precedono.
Rallentiamo ansiosi e scorgiamo a terra parecchi
corridori ed alcune biciclette sfasciate. Ma è una
rapida visione, cbè dei caduti i più, fra i quali
Tibiletti, Cuniolo e Osnaghi, ripartono immedia-
tamente, ed i meno, fra cui Cittera e Foglio,
reclamano dalle automobili rifornitrici una bici-
cletta di ricambio per i guasti insanabili ripor-
tati dalla propria.	.
Lasciamo queste prime vittime delle insidie
di questa strada fangosa e tutta a carreggiate
profonde e ci portiamo alle calcagna del gruppo.
Non passano però due chilometri che l'inci-
dente si ripete. Sul viscido acciottolato della bor-
gata San Salvatore, Micheletto, Dilda, Ponzio e
qualche altro slittano e cadono, però senza con-
seguenze.
Il passo è velocissimo. Durando e Alasia sono
all'avanguardia e manifestano l'evidente inten-
zione di disgregare al più presto il troppo com-
patto plotone di concorrenti.
Prima di Mirabello ad un bivio il grosso del
plotone prosegue per la giusta via, mentre Beni,
Durando, Gaietti, Borgarello e Agostoni infilano
la falsa. Fatti subito edotti dell'errore, essi si ri-
mettono in carreggiata per correre a ricollegarsi
ai compagni. La deficienza di segnalazioni dì per-
corso è causa, poco dopo, di nuovo sbaglio di
strada per parte di Durando e qualche altro, i
quali però anche questa volta non tardano molto
a tornare sui propri passi e ripigliare la via
vera.
Il fondo stradale è insidioso per la melma ed
i solchi che l'intersecano in ogni senso, ed è perciò
che i corridori si snodano in una lunga fila sulla
banchina, e, quando questa non v'è, giuocano
d'equilibrio, mantenendosi sulle striscio di terreno
liscio che sono a destra ed a sinistra dei para- 9
carri. Appena però la strada torna migliore, i due
verdi dell'equipe Peugeot passano al comando, solo
preceduti qualche volta da Bordin, Ganna e Ga-
ietti. Si corre ad oltre 30 km. di media oraria.
Frattanto Agostoni buca due gomme, a breve
distanza l'una dall'altra. Poi è la volta di Pavesi,
ma, dato l'ottimo servizio di rifornimento delle
loro Case, fanno presto a riprendere il gruppo.
Giungiamo cosi alle 8 1(4 a Vercelli, dove è posto
il primo controllo a firma. Tutti aggruppati, in
una trentina circa, i corridori fanno a pugni per
poter firmare uno prima dell'altro. I primi a ri-
montare in macchina sono Beni, Bailo, Durando,
Bordin e Ganna, seguiti, a brevissima distanza,
da tutti gli altri. La strada comincia presto a
salire sugli altipiani del Canavesano per giungere
alla Serra. L'andatura è velocissima quando la q
strada è buona, lenta e prudente sui viscidi ac-
ciottolati delle varie borgate che si attraversano
fra non soverchia affluenza di pubblico, nè ecces-
sivo entusiasmo per la corsa...