LIBRO TERZO. ì S7 foto: perche pari debbe edere il giudicio\ fe • non l’inganna l’affettione . Se la pende di Chiarito,non per quello fi fcordi il Mulo,ché* è fidato di Tua Corona,& feruitor buono di fua» altezza,& rendali certiflìma che il trauagliar la* mia innocenza ,& il moleltare me tanto fince^ rofchiauodi tutta quella Corte è vn’offende'n la Mìfericordia. Penfate come gonfiaua il Pet^ to alla Leonella che conofceua la tri ditia del Malaccio: & riuoltatafi in verfo il fuo figlino-. 10 gli dille. Che ti par dell’audacia di quella crudelidìmo ( fenza barbazzale ) traditore? che quanti Todano par loro,che egli habbia ragione,forfè che non fà la Gatta morta, yedete Signori che razza di gefti ; credete voi che gli. fp tccifle vn calcio in vn gi no echio,à vno tradimento,quando gli bifognalTe ? m.ade in buona fe fi,che lo farebbe, ò che lana Carmignola : so che gli ftà ballo, ò che ciera di traditore , ve* , dece occhi fallì, so che getta occhiate di libra i Difperdi figliuol mio quella belliaccia, & non tener mai più per alcun conto Muli,nè per ami ci,nè per Cortigiani, ne per parenti.Per quelle i parole non fi mode punto il Rè Lione, nè alzò 11 ceffo punto in fu. Quando la madre infuria? \ ta vinta dal fuo affanno le dille : adunque per non voler calligar vn trillo,tu non mi credi ? a tua madre non predi fede che ti dice, & afferà ma cercamente,che codili è traditore? AL-