L'jlLLÜSTRAZIONE DELLA GUERRA fi LA STAMPA SPORTIVA 11 Ford decise di tornare in America in seguito alla profonda delusione provata nel constatare, appena giunto in Europa, che l'attuazione dei suoi sogni di pace era assolutamente impossibile e che la sua missione non era presa sul serio neanche dalle stesse Società pacifiste della Scandinavia. Si calcola che il disinganno gli sia costato dai 4 ai 5 milioni. Un giovane eroe. Tra le ultime onorificenze concesse e pubblicate nel Bollettino Militare è compresa quella del giovane milanese Gian Antonio Cassola, figlio dell'avv. Romualdo, nato a Milano nel giugno 1900. Fin dallo scorso anno, appena quattordicenne, si arruolava in Francia tra i volontari garibaldini, partecipando alla battaglia delle Ar-gonne; scoppiata la nostra guerra se ne veniva in Italia, e falsificando per scopo patriottico dei documenti, si arruolava sotto falso nome nel 680 fanteria. Scoperto dopo un mese quando, cioè, non aveva ancora raggiunti i 15 anni di età, il Cassola venne mandato a casa. Indomabile, però, nella sua volontà di combattere, si arruolava nuovamente sotto il falso nome di Giuseppe Fonda nel 54" fanteria. Questa volta egli riuscì a partire per la fronte. Distintosi in pericolosissime ricognizioni, il 7 settembre, spintosi arditamente in una ricognizione avanzata, veniva colpito da una palla che gli attraversò il collo ed il polmone. Lasciato per morto presso il reticolato austriaco, dopo molte ore potè, strisciando, avvicinarsi alle trincee italiane, fatto segno a replicate scariche della fucileria nemica. Esausto, venne trovato dai soldati mandati a cercarlo; trasportato in un ospedale da campo, venne in seguito condotto a Milano, dove fu curato con tutto l'amore. Ora il valoroso ragazzo, che arde dal desiderio di ritornare al fronte, è stato ricompensato con la medaglia al valor militare. 1 rivoluzionari russi e la guerra. attorno alla guerra Un gentile episodio della nostra regina. Si narra questo originale episodio che sarebbe avvenuto giorni scorsi in un ospedale di guerra di una città che non fa parte della zona di guerra. Una sera, poco dopo le 6, una signora vestita molto Bemplicemente, si presentava alla porta dell'ospedale e, rivoltasi al piantone, chiedeva di poterlo visitare. Alla risposta che non si poteva accontentarla perchè l'ora della visita era pas-: sata, la signora chiedeva di poter parlare all'ufficiale di guardia, e veniva introdotta nel came-rone di servizio attiguo all'atrio, al piano terreno. Colà, su un divano, l'ufficiale, un giovane sottotenente, passata l'ora della visita, s'era assopito. La signora, introdotta nella saletta, s'appressò all'ufficiale: al rumore dei passi, questo si riscosse e le chiese, con tono di voce che rifletteva la contrarietà di essere stato disturbato, che cosa volesse. La signora ripete la domanda, e avendo pure l'ufficiale risposto che l'ora utile per la visita era passata e che non era possibile fare un'eccezione, ella replicò asserendo di dover partire quella sera stessa. Mentre il colloquio si svolgeva, l'uscio della saletta s'apriva e un capitano, affacciatosi, preso da subitanea confusione, si poneva affrettatamente sull'attenti, mormorando impacciato: — Maestà... Immaginarsi la confusione del sottotenente. Il povero ufficiale non sa ancora darsi pace dell'accaduto. Due giorni dopo, di sera, la stessa signora, vestita modestamente si ripresentava ad un altro ospedale chiedendo di visitarlo. Riconosciuta però subito questa volta, la si pregò di \oler accomodarsi per brevi momenti fino a che il personale fosse avvertito della visita. Ma la Regina vi si rifiutò recisamente, dicendo : « Lasci stare, lasci stare : io preferisco vedere le cose come sono sempre », e volle essere guidata senza indugio ai letti dei feriti. I propositi francesi. Il generale Gallieni ha pronunciato energiche ; parole innanzi al Senato francese mentre era in discussione il progetto per la chiamata sotto le armi della classe 1917. Egli ha assicurato che tale i classe costituisce soltanto una parte delle risorse i ¡incora disponibili, promettendo di adoperarsi ; perchè tutte le altre forze siano usate a tempo opportuno, ed ha concluso dicendo: « La Francia diciotto mesi fa voleva la pace per sè e per il mondo; oggi vuole la guerra. Essa vuole la guerra con tutte le sue energie, vuole impiegarvi tutte le sue risorse. Chi pronunzia per la strada la parola pace, è considerato, e deve esserlo, come un cattivo cittadino. I soldati feriti non si lamentano : sono anzi fieri delle loro mutilazioni; le madri non piangono la morte dei i ngii ma vogliono che siano vendicati. « fatta la nazione accompagna col cuore la gio-! sanissima classe che sta per prendere le armi. ; i-a grande lotta per la quale nuovi soldati debbono Il Natale in trincea. — Soldati che si riscaldano intorno ad una latta di petrolio trasformata >n braciere mentre aprono una cassetta di cioccolatini dono natalizio. (Fot. Argng - lastre Telisi). prepararsi, finirà soltanto quando la Francia, d'accordo con i suoi alleati, potià dire di avere ottenuto lo scopo che le permetterà di riprendere senza pericolo la sua opera di pace ». La superbia e la fede. Tra un re vinto ed un re... momentaneamente vincitore : Malato, ma non domo, Re Pietro di Serbia nutre una grande fiducia nell'avvenire dei suoi soldati. « Anzi, dei miei commilitoni, giacché io non sono più che un semplice soldato nelle file comandate dal Prin- II noto rivoluzionario Burtzeff, al quale è stato concesso di tornare a Pietrogrado dall'esilio per due mesi, ha fatto testé un'esplicita professione di fede, dicendo che una pace separata fra la Russia e gli Imperi centrali sarebbe inconcepibile, mostruosa, delittuosa, poiché segnerebbe la fine della Russia. « Noi, rappresentanti della democrazia — ha concluso Burtzeff — siamo per principio avversi alla guerra, ma nelle presenti circostanze riconosciamo che la guerra è necessaria e che sarebbe follia pensare alla pace prima che il militarismo prussiano non sia stato schiacciato ». Ed ecco l'unità dei popoli ! cipe Ereditario — ha egli dichiarato all'invia todelJoitr-nal in Albania. — Essi cadono di fame e di fatica, ma fra qualche settimana di riposo ve-drem o. Bisogna eh e 10 viva per assistere al trionfo della nostra giusta causa ». E per contro la Frankfurter Zeitung ha da Sofia che Ferdinando di Coburgo ha diretto da Prizrend, al Presidente del Consiglio, Radoslavoff, il seguente telegramma: « Dai piedi dell'enorme muraglia di queste montagne ricoperte di neve, dalla meravigliosa Prizrend che è occupata saldamente dalle mie truppe, mando un saluto di gioia e ringrazio Iddio e la forza impetuosa del popolo bulgaro ». 11 turismo... per la pace. Prima di partire da Cristiania, Ford, capo dellamissione dei pacifisti americani, elesse una Commissione di cinque suoi fidi, i quali dirigeranno la spedizione in sua vece. Al Presidente della Commissione consegnò un vaglia di 1.250.000 lire per le spese. La nostra guerra. — Al nostro fronte nelle terre redenti il generale Piacentini alla forcella Longere in attesa di ordini per un attacco. (Fot. Strazza - lastre Cappelli),