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CACA0 TAinont
« È un futuro vincitore di Gare
perchè usa il Cacao Talmone ».
or tire per la guerra. — Quadro di A. Sandreg.
2	L'ILLUSTRAZIONE DELLA GUERRA e LA STAMPA SPORTIVA
alla terra che ci vide nascere e che tutti amammo
, benedicemmo e giurammo di conservare grande;
io rivo — mentre essi muoiono — ed una grande
letizia invade Vanimo mio ogni guai volta l'an-
nunzio di una vit-
toria rintrona come
urlo di gioia per le
vie delle città in
mille sventolìi di
bandiere, in mille
voci di giubilo, di
soddisfazione.' i
Dunque io sono
un soldato come
quello che non dor-
me, non mangia,
non pensa i suoi
pensieri tranquilli
nella tranquillità
della propria casa,
del proprio nido,
sono un soldato che
deve pur operare,
deve pure fare quel-
o che gli viene
assegnato dal co-
mando, e siccome
un vero e proprio
comando — preso
alla lettera (ed i
neghittosi e gli in-
coscienti tale lo vor-
rebbero per muo-
versi, per agire,
per dimostrare di
non essere al mon-
do solo per vivere
la propria vita) —
non lo abbiamo,
rivolgiamoci, noi
che siamo liberi di
agire durante la
vostra esistenza, al
comando supremo
quale è la nostra
coscienza o meglio la coscienza di tutti nel temqo
che traversiamo.
E troveremo facilmente ognuno eli noi nel nostro
intimo la voce del comandamento che ci dirà quello
he dobbiamo fare per poter dire con orgoglio,
'.loi e ci Valeri si caduti e feriti in
Ha al valore ad un alpino ferito
Fot, Strazza - lastre Cappelli).
con la fronte alta verso quel cielo sul quale sono
scritte le tavole della grande legge: sì, anch'io
farò il mio dovere fino all'ultimo!
E la patria sarà salva, la civiltà, il diritto sa-
ranno ancora una volta salvati dalla barbarie, ed
il sangue dei nostri prodi, i dolori delle nostre
sofferenze, che noi vogliamo e dobbiamo soffrire
per renderci degni di quelli che sono ai posti
avanzatici questa smisurata fronte di battaglia,
saranno benedetti e glorificati da quelli che ci se-
guiranno, da quelli — e sono in tanti e già pian-
gono e già dolorano per le irreparabili assenze —
che ci ammireranno e ci saranno grati, come noi,
a nostra volta, glorificammo e ringraziammo i
nostri nonni, i nostri padri per averci lasciata
una Italia indipendente, avviata verso l'avvenire
radioso che oggi si
compie, che oggi di-
venta realtà tangibile
ed indistruttibile.
La guerra, questa
orribile parola che
sparge lagrime e do-
lori, mai come adesso,
su tutto l' universo
abitato, ha semplifi-
cato le leggi, la mo-
rale, ha plasmato l'a-
nimo dell'uomo ridu-
cendogli i pensieri ad
un solo pensiero, le
leggi morali in una
so la legge morale, i
còmpiti diversi in un
solo compito, i deside-
ri in un solo deside-
rio, le volontà in una
sola volontà: lottare
e vincere, salvare il
mondo e rifarlo, ver-
sare tutto il sangue
che da Vaino in giù
ha diviso l'uomo dal-
l'uomo, ha dato l'ar-
me all'uno ed altro
perchè si ammazzino
dopo essersi odiati,
e rimettere nelle vene
di questa umanità ab-
battuta e dissanguata
Dolom ti, lontani dalla famiglia, ma in piena poesia alpina.
(Fot. Argus - lastre Tenai).
Svizzera tornò alla carica e nell'aprile 1914 ot-
tenne le assicurazioni che chiedeva.
L'iniziativa tedesca presso la Svizzera un anno
prima della guerra costituisce una nuova prova
schiacciante della premeditazione, tedesca.
Chi volle la guerra?
Una nuova prova della premeditazione tedesca
è data da Herbette nell'odio de Paris.
Egli rivela che nel dicembre del 1913 il capo
del Dipartimento militare della Confederazione
svizzera domandò all'addetto militare francese se,
in caso di ostilità, la Svizzera avrebbe potuto
procurarsi attraverso la Francia la quantità di
grano di cui abbisognava: dichiarò che la Ger-
mania aveva promesso di approvvigionare la
Svizzera di carbone.
TI Governo francese trovò la cosa così poc o
urgente che tardò a prendere una decisione. La
La nostra guerra. — Sulle
una nuova onda di sangue puro,
nei cuori un nuovo palpito d'amore
e di fraternità, nei cervelli un
nuovo e grande pensiero di egua-
glianza e di pace.
E benedetto sia ogni strazio,
ogni dolore, ogni lacrima, ogni
goccia di sangue versato, ogni bra-
no di carne lacerata, ogni e qual-
siasi dolore sofferto, se tutto ciò
— come ognuno pensa ed è però
che il lavoro è concorde — dovrà
fruttare al mondo quello che è nel
desiderio comune: l'amore, l'amore,
l'amore.
*
• *
Affrettiamone l'avvento guar-
dando sempre nel nostro cuore
dove è scritta la parola semplice
che ogni soldato ripete come legge
sacra ed inviolabile : il mio dovere
fino all'ultimo !...
La Stampa Sportiva.