Gomme Piene > società italiana in accomandita IffURTINY MANIFATTURE MARTINY UlAllA A AAA A |j Via Yerolengo, 379 - TORINO - Telefono 28-90 P6r nufocarri. |> fornitori o e jc, r ugi o esercito CACA0 TAinont « È un futuro vincitore di Gare perchè usa il Cacao Talmone ». or tire per la guerra. — Quadro di A. Sandreg. 2 L'ILLUSTRAZIONE DELLA GUERRA e LA STAMPA SPORTIVA alla terra che ci vide nascere e che tutti amammo , benedicemmo e giurammo di conservare grande; io rivo — mentre essi muoiono — ed una grande letizia invade Vanimo mio ogni guai volta l'an- nunzio di una vit- toria rintrona come urlo di gioia per le vie delle città in mille sventolìi di bandiere, in mille voci di giubilo, di soddisfazione.' i Dunque io sono un soldato come quello che non dor- me, non mangia, non pensa i suoi pensieri tranquilli nella tranquillità della propria casa, del proprio nido, sono un soldato che deve pur operare, deve pure fare quel- o che gli viene assegnato dal co- mando, e siccome un vero e proprio comando — preso alla lettera (ed i neghittosi e gli in- coscienti tale lo vor- rebbero per muo- versi, per agire, per dimostrare di non essere al mon- do solo per vivere la propria vita) — non lo abbiamo, rivolgiamoci, noi che siamo liberi di agire durante la vostra esistenza, al comando supremo quale è la nostra coscienza o meglio la coscienza di tutti nel temqo che traversiamo. E troveremo facilmente ognuno eli noi nel nostro intimo la voce del comandamento che ci dirà quello he dobbiamo fare per poter dire con orgoglio, '.loi e ci Valeri si caduti e feriti in Ha al valore ad un alpino ferito Fot, Strazza - lastre Cappelli). con la fronte alta verso quel cielo sul quale sono scritte le tavole della grande legge: sì, anch'io farò il mio dovere fino all'ultimo! E la patria sarà salva, la civiltà, il diritto sa- ranno ancora una volta salvati dalla barbarie, ed il sangue dei nostri prodi, i dolori delle nostre sofferenze, che noi vogliamo e dobbiamo soffrire per renderci degni di quelli che sono ai posti avanzatici questa smisurata fronte di battaglia, saranno benedetti e glorificati da quelli che ci se- guiranno, da quelli — e sono in tanti e già pian- gono e già dolorano per le irreparabili assenze — che ci ammireranno e ci saranno grati, come noi, a nostra volta, glorificammo e ringraziammo i nostri nonni, i nostri padri per averci lasciata una Italia indipendente, avviata verso l'avvenire radioso che oggi si compie, che oggi di- venta realtà tangibile ed indistruttibile. La guerra, questa orribile parola che sparge lagrime e do- lori, mai come adesso, su tutto l' universo abitato, ha semplifi- cato le leggi, la mo- rale, ha plasmato l'a- nimo dell'uomo ridu- cendogli i pensieri ad un solo pensiero, le leggi morali in una so la legge morale, i còmpiti diversi in un solo compito, i deside- ri in un solo deside- rio, le volontà in una sola volontà: lottare e vincere, salvare il mondo e rifarlo, ver- sare tutto il sangue che da Vaino in giù ha diviso l'uomo dal- l'uomo, ha dato l'ar- me all'uno ed altro perchè si ammazzino dopo essersi odiati, e rimettere nelle vene di questa umanità ab- battuta e dissanguata Dolom ti, lontani dalla famiglia, ma in piena poesia alpina. (Fot. Argus - lastre Tenai). Svizzera tornò alla carica e nell'aprile 1914 ot- tenne le assicurazioni che chiedeva. L'iniziativa tedesca presso la Svizzera un anno prima della guerra costituisce una nuova prova schiacciante della premeditazione, tedesca. Chi volle la guerra? Una nuova prova della premeditazione tedesca è data da Herbette nell'odio de Paris. Egli rivela che nel dicembre del 1913 il capo del Dipartimento militare della Confederazione svizzera domandò all'addetto militare francese se, in caso di ostilità, la Svizzera avrebbe potuto procurarsi attraverso la Francia la quantità di grano di cui abbisognava: dichiarò che la Ger- mania aveva promesso di approvvigionare la Svizzera di carbone. TI Governo francese trovò la cosa così poc o urgente che tardò a prendere una decisione. La La nostra guerra. — Sulle una nuova onda di sangue puro, nei cuori un nuovo palpito d'amore e di fraternità, nei cervelli un nuovo e grande pensiero di egua- glianza e di pace. E benedetto sia ogni strazio, ogni dolore, ogni lacrima, ogni goccia di sangue versato, ogni bra- no di carne lacerata, ogni e qual- siasi dolore sofferto, se tutto ciò — come ognuno pensa ed è però che il lavoro è concorde — dovrà fruttare al mondo quello che è nel desiderio comune: l'amore, l'amore, l'amore. * • * Affrettiamone l'avvento guar- dando sempre nel nostro cuore dove è scritta la parola semplice che ogni soldato ripete come legge sacra ed inviolabile : il mio dovere fino all'ultimo !... La Stampa Sportiva.