5 El oltre... Ma dovef La risposta non tarderà a ve"ire. E noi l'attendiamo fi- denti per In felicità se non nostra di qui Ili t he a noi seguir'Uno e the benedi- ranno il nostro se'olo. i nostri dolori, i nostri sforzi t Sublimi dolori, sublimi sforzi come sublime la meta alla quale giungeremo ! l a attunini sportiva. Le conquiste inglesi. Esaminando i vantaggi conseguiti con la vittoria di Bagdad, Charles Stiénon osserva, nel Petit Journal, che gli inglesi potranno fin d'ora trar profitto dal paese eli'essi lui imo con- quistato fra il golfo Persico e l'antica città dei califfi. Quelle terre che sono fra le più ricche del mondo, sono anche immediatamente sfrut- tabili. Se Bandai! si trova alla stessa lati- tudine di Gibilterra, il clima vi è affatto diverso e provi ca, esercitando la sua azione stili humus, una notevole vegetazione. In Europa, le migliori terre producono in media diciott» ciuccili di grano per ogni eliicco seminato. In Mesopotamia unasemente ne produce ottanta, anche senza l'aiuto del concime. Inoltre, laggiù la raccolta è doppia, perchè vi si pratica una coltura d'inverno e una coltura d'estate. Dal punto di vista del risultato immediato, gli inglesi potreb- bero dunque ripetere a loro volta le promet- tenti previsioni che ispirava alla stampa nemica la conquista delle terre valacclie. Ma il successo britannico può recare altri van- taggi immediati. Le montagne e i bassi fondi del Tigri sono ancora il «luogo natale» del petrolio, della nafta e del bitume. Sicché, nel caso che la guerra si prolungasse, gli Alleati potrebbero trarre dalla Mesopotamia numerose riserve. La donna inglese. La baronessa di Biémont pubblicò nella B'Vue de Paris alcune note clic mostrano qual parte abbia la donna nella rivoluzione morale compiuta dal popolo inglese per far fronte alle necessità della, guerra. Ad un milione e 500.000 ascende il numero delle reclute femminili che, avendo preso il posto degli uomini partiti per la fronte, disimpe- gnano un compito talvolta rude, al quale la loro educazione non le aveva preparate. Ma ciò che più stupisce, nell'evoluzione della donna inglese durante la guerra, è il cambiamento radi- cale operatosi fra le suffragiste. La baro essa Biémont dichiara che non vi sono più suffragiste a Londra. Per lo meiio, esse hanno abbandonato i metodi violenti con cui pretendevano d'imporre agli nomini il rispetto dei diritti della donna ed ora si sforzano di provare che la donna è degna di quei diritti. La guerra ha messo in oh io le loro gesta l'a- migerate. Fin dall'inizio de] conflitto, il Go- verno britan- nico utilizzò uf- cia.1 mente la « Woiiiftn social and politicai Union », che fu incaricata di er- ga aizzare le grandi riunioni popolari per in- coraggiare il re- clutamento dei volontari; e la stessa famosa Mrs. Pankbnrst si mise alla nuo- va opera con uno zelo degno, que- sta volta, della buona causa. Ella si recò a far propaganda tra Pietose dome visionai i nostri feriti. i minatori del paese di Galles e gli operai delia Clyde, andò a predicare l'azione nel Canadà, or- ganizzò le immense processioni che percorsero le vie di Londra. E fu l'« Unione sociale e politica femminile» che mandò una deputazione a Lloyd Geoige per ottenere l'ammissione delle donne nelle officine di guerra, e «he creò l'ammirevole opera dei «Figli naturali della guerra», la quale risponde a un così nobile sentimento del cuore muliebre, eternamente materno. IL TEDESCUME RUSSO Da nna conversazione avuta a Sanremo col so- cialista russo Giorgio Phklianof circa l'attuale rivoluzione lussa, il Popolo d' Italia, dopo aver riferito che fra i documenti trovati presso gli alti uffici di polizia ve n' hanno di quelli che provano come parecchi rivoluzionari — ì più neutralisti — fossero allo stipendio dello zarismo, riferisce anche l'affermazione che la dinastia ru-sa attuale non era russa, ma tedesca, essendosi la famiglia Roraanoff estinta il 25 novembre 1761 c»n la morte delle imperatrice Elisabetta, fulia di Pietro il Grande. Salì poi al trono Pi. tro III, nipote della imperatrice e imparentato con i Romanoff, mentre suo padre era un Hollsteiu Gottorp. Egli sposò nna principessa tedesca, Anhaelt-Z ibst, che fu Caterina II. I discendenti di questa coppia tedesca presero per mogi, sempre principesse tedesche. E il socialista russo coniinua : « Si aggiunga a ciò che lo Zar e l'aristocraz a solevano diie che la Germania e l'Austria sono le più forti cittadelle del principio monarchico. Fin dal principio del 1915 due ministri pi esentarono nna memoria, nella quale affermavano che non si doveva fare la guerra alla Germania, ma al contrario, conclu- dere un'alleanza con gli Absbitrgo e con gli Ho- lienzollern per combattere le democrazie dell' Eu- ropa occidentale. Nicola li rimase indeciso; tua in questi ultimi, tempi egli piegava verso quel progetto ». L'ospalale Villa Margherita a Roma. — Una sala dell'ospedale. La gaerra europea. — Feriti francesi in convalescenza, mondo: poter essere liberi, poter vivere in amore ed in fraterni'à, rome il poeta prevede ed annunzia. Legger uno in uno dei nostri migliori periodici queste fatidiche parole che soltanto due anni fa non tutti avrebbero voluto scrivere e forse... leg- gere. Oggi esse fanno legge, sono la parola d'or- nine dei poooli che si b ttono, sono il molto scritto sulla bandiera per la quale si soffre e si dolora: « I popoli die si dissanguano per una causa comune, in cui la causa di ciascuno è sospesa alle med si me sorti, non possono più considerarsi legati S' Itonto da un patto diplomatico. Chi propórrà primo l'arbitrato obbligatario fra i colli gali ? E quando ti problema d 'ila diminuzione degli arma- menti sarà posto con solennità fra le condizioni essenziali d Ha pace 9 Ceno nessuno più vuole accettare l'idea di una pace diplomatica. Si è caduti in troppa angoscia e in troppe sofferenze per non voler risorgere più allo d'ogni altezza passata. Il motto della Lega delle nazioni liberatrici non P«o essere oggi che 'questo : "lno alla vittoria ed oltre ». avuto la più solenne consacrazione dalla generosa ed illuminata decisione che, sotto la sapiente guida di V. E., H popolo degli Stati Uniti d'America ha testé deliberata. L'Italia, fedele ni principii che hanno presieduto al suo risorgimento nazionale ed alla conquista dilla sua i dipendenza, ho preso le armi contro questi Stati che rappresentano ap- punto la negazione dilla libera cunviv vza delle pozioni. Qu-i prineipii stessi sono gloria comune della grande Repubblica nord-americana e della nazione italiana e la fratellanza delle armi che in nome di essa stringerà ormai i due pòpoli sarà buse incrollabile di salda e operosa amicizia ed arra sicura del trionfo che. non può mancare ai combattenti per la causa della civilià e del diritto. Firmato: VITTORIO EMANUELE ». Hai carne ora, nel mondò, fu così unanime e d'aeiordo il desiderio di r sistere ad una sapraf- fazione; mai nella storia si ebbe un td fa'ti) di nazioni libere, contrarie alla guerra non pre\ a- rate ad essa, unirsi in un patto solenne per la difesa non di un popolo, ngn di una terra, non dt una razza, non di un nome, ma di qualche cosa di cui si ha bisogno per vivere, per evol- vasi, per andare aranti nel progresso libero e pacifico. Oggi noi viviamo in m< menti di triste, di dolorosa realtà, ma nel contempo ogni dolore, ogni tristezza, ogni lagrima ci avvicina sempre ppiù all'ideale, al nostro ideale, all'ideale di tutto il