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           TERZO. 167 a larga, infondici fopra aceto ftillato, e netti al fuoco »mediocre; che à pena alzi il >ollo, ouerfeè di Efìate al Sole caldo per ¡uindeci dì, e I’aceto fi tingerà rollò , fel-ralo come fai, e di nuouo rimettine dell’ atro , finoché non fi colorifce più ; piglia poi utte quelle cinture, difìillale per bagnoin )rinal di vetro, & infondo ti reitera vna materia roda, fopra la quale infonderai acqua--thiara, e di nuouo rediftillarai, e cosi farai >erdue, ótre volte, acciò fi leui l’acidità lell’ aceto diftillato, e farà fatta.
               Le fu? virtù.
PRima vagliono in tutti li Aulii di corpo, fianodi che forte fi voglia, ò dilfente-ia, ò lienteria ; fermeranno li melimi bian-:hi delle donne, è guarifcono la gonorea-. iene he inuecchiata : fonoprefentaneo rimedio alle hemoroidi ; giouano à quelli, eh«-» non può tener l’orina ; curai’ heimoragia-. del nafo ; vagliono alle oftfuttioni di fegato»
f milza, f|itte prima lè debite purghe ,come involte hò detto pqr la milza fi danno con «equa di cetraca, ò di tamarifeo -, per il fegato con acqua di cicoria, ò di epatica, ò di agrimonia ; fermano lofputodi fangue, prefecon acqua di piantagine,ò di tormentila, òburzapaftoris, onero con vinorof-fo,fe non ei è febre: ma nelle altre fopra fcrit-te infermità fi danno con cotognata , ouer fugo di cotogni,conferua dirofe; ladofec
                                       da