9 LA STAMPA SPORTIVA Veneto e la Romagna non ne hanno proprio bisogno. Sono queste regioni dove lo sport ciclistico è intensamente diffuso e largamente 'popò-1 lare. ? £ per ciò che anche gli industriali non possono aver gradito l'inclusione di questi due Giri.1' Le case hanno principalmente bisogno di svolgere la loro opera di espansione commerciale —|| motivo unico della loro partecipazione alle corse — in regioni dove l'uso della bicicletta sia meno;') vasto. Perchè dunque un Giro della Romagna e un Giro del Veneto ? Proprio in queste due regioni le case fanno i migliori affari e vendono la maggior quantità di biciclette. Meglio era — se proprio si volevano accontentare esigenze regionali Come si preannuncia la stagione ciclistica su strada nel 1922 In vista della seduta di calendario si erano delineate nette e profonde divergenze fra gli organizzatori di corse e le Case. I primi infatti non intendevano rinunciare a nessuna delle prove progettate, mentre le Case erano tutt'altro che propense a partecipare a tutte le corse che erano state preannunciate. Molto probabilmente se le due parti fossero venute a contatto diretto — come aveva con discutibilissima opportunità consigliato qualcuno — il dissidio si sarebbe acuito e non ne sarebbero usciti risultati proficui. Invece Davidson con tatto e saggezza ha interposto la sua autorità e non ammise le Case alla seduta. Gli assenti hanno sempre torto... Pertanto avvenne che gli organizzatori di corse classiche o... aspiranti alla classicità ottennero la piena riuscita dei propri programmi mentre le case videro realizzarsi ciò che avevano temuto. Cioè un aumento delle classiche. Per chi aveva domandato invece una riduzione il colpo — bisogna convenirne — è stato poco gradito. E, francamente, noi non possiamo dar torto agli industriali. Essi nel chiedere che non si aumentassero e che anzi si riducessero le corse classiche erano indotti da motivi seri e da severe esigenze. Chi ha un po' di pratica di corse sa che le case devono sostenere spese ingenti per approntare e sostenere il pesante fardello della stagione ciclistica. Sta bene che esse facciano correre precisamente per scopi commerciali e cioè per procurare pubblicità ai propri prodotti e che pertanto esse siano inevitabilmente spinte da questi interessi. Ma vi sono dei limiti anche nei bilanci e la voce pubblicità è per la massima parte delle case costruttrici eccezionalmente gravata. Data questa situazione è fatale che una spesa normalmente utile e necessaria insomma attiva diventi disastrosamente passiva. Non è il caso di dilungarsi qui troppo nell'esa-minare il complesso problema dell'industria ciclistica. Non è un mistero per nessuno che le condizioni generali sono poco liete. Si costruisce poco e si vende meno ! Ne consegue che, per quanto sia canone essenziale che la pubblicità è tanto più utile quanto meno prosperi sono gli affari, le case non si sentono invogliate a ingrovigliarsi nelle spese fortissime di stipendiamento e di mantenimento d'una équipe. Del resto si sa che tre sole case faranno correre nella prossima stagiona squadre in grande stile. Le altre si accontenteranno di partecipare alle corse con i propri uomini'... isolati, approfittando dell'insoluzione di uno dei più paradossali casi che si sian verificati nell'irrequieto e caotico mondo ciclistico. Le tre grandi case di biciclette e la massima industria nazionale di pneumatici avevano dunque chiaramente e replicatamente dichiarato di non gradire l'aumento minacciato delle prove classiche e per premunirsi contro questo pericolo avevano formalmente chiesto di poter essere ammesse alla seduta in cui si formò il calendario. Sappiamo già che la loro domanda fu respinta e che dalla seduta usci decretato un aumento delle classiche. Si correranno nel ig22, oltre al Giro d'Italia, nove prove valide per il Campionato nazionale. Le due nuove corse sono il Giro di Romagna e il Giro del Veneto: riesumazione la prima, novità assoluta la seconda. Se da un punto di vista puramente sportivo è doveroso che si accolga con piacere l'istituzione di queste due prove, non possiamo esimerti dal fare osservare che nei riguardi industriali, essa non è nè utile nè approvabile. Nel campo delle corse ciclistiche su strada per professionisti industria e sport sono strettamente legati. Non si possono disgiungere gli interessi dell'una da quelli dell'altro, bensì bisogna conciliarli. Nel caso specifico pertanto noi affermiamo che portando le corse classiche da sette a nove e tanto più includendo i giri del Veneto e della Romagna non si sono salvaguardati gli interessi degli industriali. Non si dica che di essi gli sportivi non si devono preoccupare perchè si dimenticherebbe che le corse professionistiche vivono esclusivamente per volontà e iniziativa degli industriali ai quali pertanto si devono dei riguardi. Le case sono indiscutibilmente obbligate a concorrere alle prove classiche e perciò non c'è da dubitare che tutte le nove corse in calendario raccoglieranno le iscrizioni.. Troppo forte è l'interesse che alle prove di Campionato si collega perchè si possa supporre che ad esse gli industriali rinuncino. Più o meno volentieri dunque anche nel 1922 le case faranno correre sia il Giro d'Italia che le nove prove di Campionato. Il concetto, equo e rispettabilissimo, che ogni regione deve avere la sua corsa è stato osservato scrupolosamente nella formazione del Calendario. Non saremo noi che ci verremo impancare a distruggere questo principio che infine tiene conto di esigenze a cui bisogna inchinarsi. Osserviamo però — e nessuno potrà smentirci — che se scopo essenziale delle corse ciclistiche deve essere quello della propaganda sportiva il Il ciclista Carli, uno fra i dilettanti italiani che meglio si distinsero nel 1921. (Fof. Strazza - Lastre Tensi). — scegliere altre zone dove la campagna propagandistica poteva essere più proficua. Il Giro d'Italia si disputerà ancora in dieci tappe. Nop si conoscono ancora il chilometraggio e il tracciato. Possiamo però star sicuri che gli organizzatori non si allontaneranno dallo schema tradizionale che presenta molti fianchi alla critica. Ma su ciò avremo occasione di ritornare. Si annuncia un'altra gara a tpppe o, come risulta per ora dai progetti, a serie di prove. Si tratta di una manifestazione grandiosa che sarà organizzata dal Giornale dello Sport e che sarà riservata ai dilettanti. Noi non possiamo che approvare nelle sue linee fondamentali e nel suo principio informativo l'iniziativa. Troppe cure rivolgono gli organizzatori ai professionisti, perchè non si debba approvare con pieno consenso la manifestazione in cui invece saranno chiamati a lottare i dilettanti. Questo immenso e inesauribile vivaio di campioni futuri ha diritto di pretendere ad una prova importante di carattere nazionale. Sarà veramente un'opera di alta propaganda sportiva e non potrà che dare benefici risultati. Questo è in breve sintesi il programma che sarà svolto nel prossimo anno. Per completare però la visione della futura stagione occorrerà che noi tocchiamo altri argomenti. Dopo aver enumerate le prove che saranno disputate bisogna che noi Le Corse al Velodromo d'Inverno. — Da sinistra a destra : Walthour - Godivier - Fossier. (Fot. Strazza - Lastre Tensi).