,6 VITA, E M un’ anno intero al fervigio d’ un Monifte-ro del fuoOrdine.Imperocchè conferitolo in prima fra di loro, ne trattarono col benedetto figliuolo , acciocché, con fuo gufto, lo metteil'ero in efecuzione,il quale trovarono, non meno raflègnatiffimo alla loro volontà,che difpoltìffiino a’ioro defiderj;attefochè eglipiuttofto fi pregiava eflérgli figliuolo ubbidiente, che naturale , prontamente s’olferfe all’ adempimento del loro voto ; tanto più, che la notte precedente era fiato ammonito con Divino avifo: mentre flava dormendo , fu fvegliato, ed aperti gli occhi, circondato fi vide dicelefte lume , e nel mezzo d’elso era San Francefco d’Affifi, il quale prefolo per la mano diritta, gli diceva : LeT.it/ jìgliuol mio, va da’ tuoi Genitori, e da parte di Dio gii dirai, che ora è tempo di fciorre il voto, che fecero a Dio, ed a me per tua cagione ; e ciò detto , com’ un baleno difparve. Ubbidì fubito Francefco, e qual’ ubbidiente Samuele, la mattina feguente, contò a’ fnoi Genitori, quanto il Signore ordinato gli avea , cd il modo dell’ avuta rivelazione : e perciò non ritrovò in efli minor prontezza d’efeguire la voce di Dio, al quale referole dovute grazie, che fi folle degnato con rivelazioni, ed apparizioni celefli, manifeftareal figliuolo la fua divina volontà , argomentando cofa di grande importanza in colui,che onorava il Cielo sì a buon’ora, ccn celefti favori. Imperciocché determinarono condurlo al Convento fa) de’Frati Minori nella Citta di San Marco, non per edere il più vicino a Paola,ma perche (come haffi da un’ antico manuferitto, che fi conferva nel Convento della Città di Catanzaro del medefimo Ordine) molto rifplendeva infamità, e perellèrvi Guardiano ilP. Antonio di Catanzaro, perfona di gran bontà, lettere, e prudenza, amico diS. I R A C 0 L I Bernardino da Siena, e difcepolo del B. Jacopo della Marca che poi mori nel Convento di Catanzaro in età d’ anni 108. con fama di fantità ( che per alcuni anni, che avea dimorato nel Convento della Nunziata in S.Lucido del medefimo Ordine , difeofto da Paola quattro miglia, era flato Confeflòre ordinario del Giovinetto Francefco loro figliuolo) per dove fenza perder punto ai tempo s’avviarono, non fenza gran fen-timento, e lagrime, penfando come gli abbifognava ivi lafciare il più caro pegno , che mai per delizia fpirituale , e temporale ottenuto fi folle dalla Divina magnificenza ; ad ogni modo , polpo-nendo il lor proprio gufto temporale al fervigio di Dio, conolcendo beniflìmo , che neifuno lucro , ed umano impiego paragonar fi può con quello, che fi fi-nifee,mettendo un figliuolo ofpite fortunato nella Cafa del Signore, gli andava -no dicendo per il viaggio,che molto ben confideraflé, come Iddio lo chiamava ad una fcuola di virtù, dove gli era bifogno, come buon difcepolo travagliar di continuo fratantiMaeftri,e procurar d’imitare il più perfetto, con pregar fempre il Signore,che l’ifpiralfe quel che più conveniente fi foife per il fuo fanto fervigio ; ricordavangli ancora, come Iddio l’aveva loro dato perle preghiere del glo-riofo San Francefco d’Affifi, a cui dovef-fe continuamente render grazie, ed effer di voto, e non meno grato per la miraco. lofa fallite, che gl’ impetrò da Dio allora fendo fanciullo, pollo in pericolo di morire. Quelli ammaellramenti gli andavano infinuando nel viaggio, per efor-tarlo, ancorché tenero con generofo fpi-rito all’ acquifto della perfezione, e benché fapelfero la fua prudenza, e continua diligenza di lèrvire Dio,facean nondimeno l’officio di Padre ,e di Superio- re,