7i VITA.EJ Impofe loro tre voti, di Povertà , Ca-ftità, cd Ubbidienza, effenziali a tutti gli altri Ordini. Per li quali rifiutando V anima con patto irrevocabile le delizie della carne , ed i fallaci inganni del Mondo , fpogliandofi anco interamente di fé medelima, e de’ fuoi compiacimenti, come infteme di tutte l’altre cofe, che fono fuor di fe ; fi difpone, e rende abile a quella fovrana unione, e trasformazione in Dio ultimo fine, e meta, in cui dee afpirare la creatura ragionevole . Di più gli efortò ad’ ofiervanza della vita quarelimale di non mangiar mai carne, ne uova, ne formaggio, nebuti-ro, ne latticini in tutta la lor vita, ne dentro , ne fuori del Moniilero, eccetto in cafo d’infermità, lungi dall’ abitazione de’ Frati : afprilììma aufterità non ancora tifata nella Chiefa di Dio fotto voto. Ed a quello (oltre i digiuni Ec-clefialtici ) v’ agginnfe il digiuno di tutti i Mercoledì , e Venerdì dell’ anno , e quello dal primo di Novembre fin’ alla Natività delSignore. Comandolli rigorofiflìmamente 1’ of-fervanzadelfilenzio, e ritiramento, per poter meglio attendere all’ orazione, e a’ Divini Olirej ,ed altri fanti efercizj molto a propofito per giunger pretto a grandìf-fima perfezione , e fantità : volle egli,che quelle cofe inviolabilmente olìèrvalìèro. Con grandiffimo zelo efortolli all’ u-rniltà, llimandola fpirito del fuo Ordine, ficcome ella è baie, e fondamento d’ogni perfezione, e virtù. A quello line ordinò vedi umili, in tutte le cofe parimente concernenti all’ abito. Il canto agli Officj Divini, chefflituì fenza note, per ifchivare ogni compiacenza,e tutti gli altri inconvenienti ; Iflituzione abbracciata di poi dalla maggior parte degli Ordini Religiofì novellamente illitui-ti nella Chiefa di Dio, riformati , e xi- 1IRAC0LI metti nel loro primiero fervore ,• eprin-cipio ; per elfere fiata ritrovata utile, e convenevole. Nelle parole ancora, che amò ne’ fuoi Religiofi batte, e fomineilé» ne’ cibi loro vili, ed in tutt’ altre cerimonie umili, ed abbiette, poiché egli ben conobbe, che quella Divina virtù, non iolo per umiliazione fi produce ( via fi-curiffima alla falute) ma ch’ella fi mi-drifee, conferma, accrefce, e moltiplica per fuo mezzo, perciocché la firada , per la quale gl’ indirizzava, era afpra, c malagevole, non che fpinofa , la primiera cofa , eh’ egli amò in loro fu l’ardente carità, ed amor di Dio, fugo foa-ve, chele cofe amare rende dolci, efoa-vi, ed ogni rigore, ed afprezza facile, e comoda : lovente efortandoli ad unirli con Gesù Crifto, che amar dovevano fopra tutte le cofe, e fervile con un’ intera, e fantiffima intenzione, dirizzando a quello bianco tutto il corfo della lor vita in generale, e le loro azioni in particolare . Or ciò ch’egli comandava ili altrui, faceva egli medefimo : fu una fiaccola ardente di carità, nfplendente a’ fuoi figliuoli per il buono efempio conofcen-do per verità che l’efempio ha maggior forza degl’infegiiamenti femplici, e che la parola manchevole dell’ opera non è efficace ; concioffiachè il Superiore più debba infegnare facendo, che dicendo ; perciò egli fu lludiofiffimo di render fe fletto tale, quale defiderava i fuoi figliuoli , amatore tirila vita regolare, ed offe va t or diligente della Regola, e de’ Voti ; ma per neflun tempo mancò al Divino fer rigio, ancorché alle volte gli affari della fua carica glie ne avellerò potuto diìpenfare ; il che non fece giammai, fer-mandovlfi con divota, e ftraordinaria affiftenza ; rltiravalì follecitamente alle ore preferire al filenzio, e ciò sì efatta. mente,