DI S. PR A N C E S cefco, per compimento della prometta fatta dal Padre, e dalla Madre, al Serafico S. Francefco d’ Affili, per li cui favori, e meriti coni’ etti credevano, 1’ avean’ ottenuto da Dio. Quindi è, che poi in proceffo di tempo quefta Cafa, dove S. Francefco nacque, ed ebbe le prime vifite del Cielo col fuoco, e colla prefenza degli Angeli [come dicemmo] fi cambiò in una Chie-folina, fantificata, e confecrata a Dio, ed al Santo. E non folo dopo che il fuo nome per autorità del Sommo Pontefice cominciò ad avere i pubblici onori nella Chiefa , ma prima, ed egli ancor vivente , quel medefimo fuolo, e quelle mura furono ftimate fortunatiffime, per avete ivi fpiratoi primi fiati un sì gran Santo ; e da tutte le perfone di fenuo fono baciate, e bagnate di lagrime, e giudicate tuttavia degne di quell’onore, che fin da quel tempo la divozione de’ Popoli gli ha portato ; perche oggidì e uno de’ più Santi, e riveriti luoghi, non folo dell’Italia, ma dell’Europa. Quivi da varj Paefi fi accoglie in ogni tempo dell’anno, efingolarmente alli due d’ Aprile Feda del Santo, ìnnumerabil moltitudine de’Popoli concorfi a riverire il nome , e la memoria di lui. Ne è punto minore di quefta féfta, quella che in Paola ogn’anno alli q.diMaggio in onore della fua Canonizzazione, fi celebra in detta Santa Cafa, con efterne dimoftra-zioni di pubblica allegrezza con belliffi-me moftre d’efercizj militari, e con fu-perbiffimi apparati di lumiere, ed artifici di fuochi. ( a ) Sueton. Tranq. ( b ) Landulfus de vita Chriftù ( c ) Belfoteft. id. aiuial. Ijb. 5. c. 75. ( d ) Hymn. fui Offic. (e) In fu© folio typis Roms imprefli 1623. (f)LUC. I. II CO DI PAOLA. CAPITOLO IV. Della ¡uà mirabile Fanciullesca. NAto che fu il felice Fanciullo, la fua Madre l’allevò nel proprio petto, noi diedeà nudrire ad altra balia , ancorché avelie poffibilità di farlo, per non negare al Santo Bambino figliuolo delle fue orazioni, e lagrime , quel, che infinite madri per ifchifaìe i travagli, negano a’ loro figliuoli, a mio parere, non fenza nota di crudeltà , dandoli a nudrire a’petti altrui , da’ quali col latte fucchiano anche quelle, e tal’ ora cattive, inclinazioni, le quali forfè non fucchierebbono dalle materne poppe. Per quello fine i Romani in favor de’ figliuoli, e per documenro delle Madri, che fi fcordavano dell’ amor naturale , per ovviare a quello inconveniente ; fecero una legge rigorofa, che ciafcheduna allevane il fuo figliuolo nel proprio petto. Tanto offervò la Madre del noftro avventurato fanciullo Francefco, perche col latte, che gli dava , andavan mifchiate le fue ottime inclinazioni , e fanti coftumi, eh’ erano proporzionate a dichiararlo fuo difeen-dente-.come per eiperienza fi conobbe fin d’ allora, che nacque. Imperciocché quel tenero corpicciuolo crefcendo, vi fi fpe-rimentavano incendi d’incredibile Santità, e nel fuo Angelico volto, fi miravan raggi tali di luce, che pronofticavano i grandi fplendori della fua Carità, e mi-racolofa vita : fendo che dalla Divina Providenza flava determinato di mandarlo al Mondo, come una nuova rif-plendente Stella, per illuminar quei tem- pi , tanto dall’ Erefie ofeurati. Ma perche in quefta miferabil vita nou s’ha contento sì pacifico , che mef-colato non fia con qualche amarezza, brieve fu il goderne della Madre • Atte- B a foche,