xjó LETTERA XX VI II:
& agiutorio. Da Stefano Liefo hauemo riceuuti dùcati d’oro xv. e due fome di pane bianco, & vna di t5-raina, e tarantello. Ringhiamo prima quel Magno Dionoftro , e poi voftra Signoria, benedetto tefau-riero dell’Altiflìmo. Tré giorni fi fà, che vennero quà da noi due donne vecchie, & vna giouine con loro huomini ,e mi pregorono, che io fcriueflì à voftra-Signoria, fi degnalle aiutarle al maritare tal giouinet-taVoro. Dilli che ventilerò liberamente fenza altra-lettera, che il voftro folitoè di agiutare li poueri di Chrifto, fenza raccomandatione, e così fi partirono e vennero da voftra Signoria. Quella mattina fon tor-
nati da noi, con Stefano voftro Seruitóre, e dicono hauer riceuute da voftra Signoria orze fei, pei* maritare la figliuola . Dicono vna con Stefano vho mira-bil cafo, che gli è interuenuto per il camino : furono aflaltatialla montagna da latroni, prefi, e tirati fuori del camino-, e li legorono tutti, e li Ieuorono li denari , & il limile à Stefano il quale «cominciò a dire : O Dio ónnipotenfe'tu védi,è lai il tutto, ti prego Signor mio, che per Ji meriti del mio Signore, voftro Seruo", qual màhda inbenefitio delli voftri Serui, quelle fante demolire, mà fopra tutto per la fantiffi-ma Virginità della Gloriòfa Vergine Maria, ti degna Altiflìm.o Signor mio conferuare la virginità di quella pouera figliola, acciò fi conferui immaculata al fuo marito. Allora li ladroni voleuano coducere la pouera vergine in luogo fecreto, per peccare co ella, è così sé-tetterovngran rumore dicaualli, e di arme , & intanto videro dieci di cavallo, e venti da piedi, fra li quali cognobbero Voftra Signoria, per capo di tutti: prefi li cinque ladroni, ipogliati furono flagellati, e lalfati ligati, e reftituita la moneta à Stefano, Scallipoueri;
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