>' PartePrima . fo con quello amorolo conuito ( aperi mitri firor mea, fflc. quia, caput meum plenum efl rare» (èy cincinni mei guftis noclium ) ricusò d’alzarli Cant;s. fòlo per non imbrattarli i piedi,villanamente rilpondeildo, Laui pedes meas quomodo coin- quinaboeos. ftaua la melcluna tra vna notte-” d’olcurilftma cecità , e però temeua di non- ■ imbrattarci piedi: Ma non temeua d’imbrattarfi altamente i piedi chi accefi l’hauea dilumecelefte,cheòcon quanta raggio nè-> potea egli dire ( Lucerna pedibus meis -verbum tuum lumenfemitis meis. ) Onde none maràuiglia le lènza temere dell’ofcurità della_> notte era coli pronto in alzarli, coli defiderolo d’incontrarlì col (polo, ne andrà molto, che gli vedrere nelle mani quelle lucerne per l’opere heroiche di charità, che facea con- ■ forme il conlèglio di Chrifto. ( Et lucerna Efièndodt ardentes in manibus -vejiris. ) nfpiange Ma quello cagiona marauiglia è, che inali ?”p”hal Sue^° gran lume in maniera con gl’anni achTof° uanzan^°>c^e non edendo anchora arriuato ca fao pa all’età di dodici annue vedendo, che dilègnauieacc°ale' ua l'Ll° Padre d’accafarlo,fù tanto il fuoco, che farlo. gl’accefe nel petto l’amore della già votata ver gmità,che liquefandolo in .amariffime lacri­ mo,